Smartphone, italiani sempre più dipendenti: 5 ore al giorno tra chiamate sms e chat

Smartphone, italiani sempre più dipendenti: 5 ore al giorno tra chiamate sms e chat

di Mario Fabbroni
Attaccati allo smartphone, quasi fosse un prolungamento naturale della mano. La fotografia del Belpaese connesso, scattata dal Centro Studi di Coop, sorprende gli italiani sempre più mobile-dipendenti. Ogni giorno, rileva l'indagine, trascorriamo in media 5 ore usando il nostro telefono cellulare: gli uomini , forse un po' a sorpresa, utilizzano il telefonino e le sue meravoglie mezz'ora in più rispetto alle donne.

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Ma la differenza più evidente è quella della media di telefonate e partecipazione ai social che schierano i più giovani (6 ore di utilizzo al giorno tra i 18-35enni) contro gli anziani (che invece stanno 3 ore al giorno attaccati all'apparecchio se tra i 56 ed 65 anni). «La comunicazione - prevede Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop e responsabile dell'ufficio studi - sarà sempre più sincopata e asincrona. Crescerà l'utilizzo delle chiamate vocali, ma ancora di più l'utilizzo di messaggi sia in forma di testo che di audio e video».



Curiosa anche la suddivisione in categorie fatta dallo studio. Con 22 chiamate nelle 24 ore (e tra 100 e 200 altre interazioni di testo audio e video con altre persone). l'11% degli italiani sono veri e propri smart-holic. All'opposto più di un italiano su quattro (i cosiddetti flight mode) ha un rapporto distaccato con il telefono. In mezzo ci stanno i Mamàs & Lovers (23%) concentrano un numero di poco più basso di chiamate (17%) e un numero uguale di interazioni in relazioni personali e familiari molto intense. I silent mode (13%) sono invece quegli italiani che pur utilizzando abbastanza il telefono hanno una limitata comunicazione vocale, preferendo le altre interazioni non vocali.

Completano il quadro i Well balance, ossia le persone che hanno una dieta equilibrata di interazioni mobile.
Per gli under 35 il cellulare ha una vita media di 2 anni e 3 mesi, mentre per i 55-65enni di 3 anni. Quanto all'operatore, sebbene il 57% degli intervistati assegni una valutazione positiva al proprio service provider, un italiano su 3 pensa di cambiarlo. A fare la differenza è in primo luogo il prezzo, ma incidono anche la voglia di sperimentare nuovi servizi e le difficoltà di copertura di rete. Un italiano su 5 assegna un'insufficienza al sistema di call center del proprio operatore. In questo quadro, CoopVoce ha deciso di produrre in proprio le sim per i telefoni e investe oltre 60 milioni di euro in infrastrutture, pur mantenendo la copertura mobile di Tim.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Dicembre 2019, 13:40
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