Luna, l'ipotesi di trovare acqua è sempre più vicina: nuovi indizi da uno studio della Nasa

Luna, l'ipotesi di trovare acqua è sempre più vicina: nuovi indizi da uno studio della Nasa

L'ipotesi di trovare presto acqua sulla superficie lunare è sempre più concreta. Con le ultime ricerche si sono osservate alcune rocce e crateri che creano delle piccole zone d’ombra dove l’acqua può resistere sotto forma di brina; l’acqua evaporerebbe nell’esosfera lunare man mano che queste aree vengono esposte alla luce solare. Sono questi i risultati dello studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society da due ricercatori del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.

Stando alle evidenze raccolte l'acqua una volta evaporata ritornerebbe ciclicamente in superficie riaccumulandosi in altri luoghi che nel frattempo sono tornati in ombra. Per confermare questa teoria Sona Hosseini, co-autrice dello studio, con il suo team ha l'obietttivo di costruire sensori ultra-miniaturizzati per rilevare i deboli segnali del ghiaccio d’acqua. Tra questi anche lo spettrometro Holms, che potrà essere installato a bordo di lander o rover lunari.

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L'ipotesi di trovare acqua sulla luna

«Oltre dieci anni fa - ricorda Bjorn Davidsson, co-autore dello studio - fu rilevata la possibile presenza di acqua sulla superficie illuminata della Luna e questo dato fu poi confermato dalla missione Sofia della Nasa nel 2020». Il ‘telescopio volante’ installato nella fusoliera di un Boeing aveva infatti trovato le prove della presenza di molecole d’acqua anche nelle regioni lunari illuminate dal Sole, quindi al di fuori delle regioni perennemente in ombra ai poli lunari. «Inizialmente queste osservazioni sono sembrate controintuitive: l’acqua - prosegue Davidsson - non dovrebbe resistere in un ambiente tanto difficile”, dove le temperature possono raggiungere i 120 gradi.

Da qui l'ipotesi che l’acqua fosse intrappolata nelle rocce lunari, ma questo non concordava con le osservazioni secondo cui la quantità di acqua diminuisce prima di mezzogiorno, ovvero quando il Sole è al culmine, e aumenta nel pomeriggio. Per risolvere questo problema, i ricercatori del Jpl hanno provato ad affinare i loro modelli tenendo conto della asperità della superficie lunare fotografate dalle missioni Apollo.

Il nuovo studio

Secondo la teoria dei due ricercatori, la preservazione del ghiaccio d’acqua risulta dall’effetto combinato dell’esosfera della Luna, che contiene tenui gas che agiscono come una sottile atmosfera, e delle ombre proiettate a terra dalla superficie rugosa del satellite quando viene illuminato dal Sole.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Agosto 2021, 20:08
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