Usato online, la scelta sempre più diffusa
che aiuta l'ambiente: ecco perché
di Alessio Caprodossi
La dimostrazione arriva dal progetto Second Hand Effect realizzato da Schilbsted Media Group - multinazionale norvegese presente in Italia con il portale Subito.it - che grazie all'azione dell'Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL) ha calcolato il risparmio potenziale di emissioni di anidride carbonica derivanti dalla compravendita di merce usata. Nel caso italiano, gli acquisti e le vendite fatte nel corso del 2015 dagli 8,5 milioni di utenti mensili di Subito hanno permesso un risparmio di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, quantità equivalente al blocco totale del traffico a Milano per 32 mesi, alla produzione di 5,2 miliardi di tonnellate di pasta, oppure a 3,4 milioni di viaggi aerei Roma-New York.
Ancora più sorprendente il dato che include le cinque piattaforme web della multinazionale - oltre all'Italia sono attive in Francia, Svezia, Spagna e Norvegia - che nel complesso eviterebbe l'emissione annuale di 12,5 tonnellate di anidride carbonica. «Contribuire a salvare il pianeta e tutelare le prossime generazioni è un passo verso un futuro più responsabile e sostenibile, un incentivo questo sempre più forte per migliorare il nostro servizio», dichiara Melany Libraro, numero uno del portale. Con la vendita dell'usato che ha toccato nel 2015 i 18 miliardi di euro (più dell'1% del Pil), con un 38% del volume che passa tramite l'online, la mentalità anti spreco veicolata in parte dalla Second Hand Economy è sempre più diffusa: una ricerca di Subito a inizio 2016 evidenzia come il 91% degli italiani compie gesti quotidiani per ridurre l'inquinamento, con il 70% che ricorre proprio alla vendita e all'acquisto di oggetti usati.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Maggio 2016, 08:54
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