'Una vita da social', la campagna di successo della
polizia: ora è boom di denunce contro i cyberbulli
di Alessio Caprodossi
A fugare dubbi e paure dei minori sono stati cento poliziotti («smanettoni addestrati ad hoc», assicura Marco Valerio Cervellini, responsabile del Progetto Scuola della Polizia Postale), che hanno ospitato i ragazzi nell'aula multimediale ricavata dal Truck itinerante illustrando strategie e consigli pratici per non cedere agli attacchi diffusi dai cyberbulli sui profili dei social network, via email e chat telefoniche.
Sempre connessi, affascianti dall'incontro con i nuovi amici virtuali e, nel 25% dei casi, soliti alzare i toni contro coetanei più fragili: questa è l'istantanea del rapporto giovani-social network firmata da Skuola.net. «A differenza della vita reale, in rete il cyberbullo non ha limiti invalicabili, quindi per le vittime è più difficile reagire», spiega Cervellini, fiducioso per i risultati conseguiti: «L'aumento delle denunce dei minori (92 casi da gennaio ad aprile) arrivate dai luoghi dove siamo stati è incoraggiante e ci spinge a ripetere l'esperienza il prossimo anno».
Chi sembra non aver ancora compreso il pericolo sono i genitori, troppo spesso assenti o distanti dalle dinamiche dei figli. «Parlare con loro e soprattutto ascoltarli e sostenerli è il primo doveroso passo», dice Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, il 15enne che si è tolto la vita per le continue prese in giro subite su Facebook. A lui è dedicato il format teatrale “Like, storie di vita online”, che l'autore Luca Pagliari porterà nelle scuole italiane dal prossimo autunno.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Maggio 2014, 08:32
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