Twitter, sconosciuto per la giustizia italiana: una
richiesta in 2 anni di cancellare contenuti sospetti

Twitter, sconosciuto per la giustizia italiana: una richiesta in 2 anni di cancellare contenuti sospetti

di Giulia Aubry
Qual è il paese al mondo che chiede maggiori informazioni - a scopo di indagine giudiziaria - sugli account di Twitter? E quale quello che chiede più spesso che vengano rimossi contenuti ritenuti illegali?



Per scoprirlo basta leggere quanto pubblicato nel Transparency Report biennale di twitter. Un documento in cui il social di microblogging ha elencato paese per paese il numero di richieste - di informazioni o di cancellazione - pervenute, da parte di Governi e loro emanazioni nel biennio 2012-2014 e suddivise in semestri.



Dati molto interessanti che rivelano l'attenzione che i diversi governi mostrano per la diffusione di informazioni e la presenza di account "problematici" sui social media, in una situazione che si può definire di confine tra censura e applicazione della norma.

Rispetto agli ultimi sei mesi del 2014, caratterizzati da un'attività terroristica molto diffusa anche a livello comunicativo e da diverse indagini a carattere nazionale e internazionale, gli Stati Uniti guidano il gruppo delle RIF (Request for Information) con 1.622 richieste relative a circa 3.299 account. A seguire la Turchia con 356 richieste su 496 account. Una differenza numerica apparentemente sostanziale ma che, se paragonata al numero di utenti statunitensi e turchi effettivamente attivi, assume tutta un'altra prospettiva ponendo, in percentuale, la Turchia come vero e proprio capofila.



A questi dati vanno poi aggiunti quelli relativi alle informazioni effettivamente prodotte da Twitter e quindi ritenute congrue alle esigenze legali del governo. Nel caso degli Stati Uniti è stato ritenuto opportuno (e possibile) fornire informazioni nell'80% dei casi. Nel caso della Turchia non ne è stata fornita alcuna.



La posizione di controllo/censura della Turchia sembra confermarsi anche nel numero di richieste di cancellazione dei contenuti prodotte nel secondo semestre dello scorso anno. Il paese della mezzaluna guida il gruppo con 477 richieste (tra Corte di Giustizia, agenzie del Governo, Polizia, ecc.) per 2.642 account. Nel 50% dei casi si è provveduto a soddisfare la richiesta sospendendo 62 account e rimuovendo 1.820 tweet.

Il dato relativo alla Turchia non stupisce se si considera che più volte il Presidente Erdogan si è apertamente dichiarato "nemico di Twitter".



Ma anche altri paesi si sono mostrati particolarmente attivi nel verificare i contenuti pubblicati sul social e richiederne la cancellazione, laddove potevano essere ritenuti illegali rispetto alla propria legislazione. La Russia, ad esempio, ha inviato 89 richieste complessive, ma Twitter, in base alla sua normativa, ha provveduto a rimuovere solo il 13% dei contenuti segnalati. La motivazione può essere letta nelle note del documento: "sono state respinte molte richieste tese a mettere a tacere critiche al governo russo da parte del popolo e a limitare la libertà di parola".



In questi casi le tematiche più controverse hanno naturalmente riguardato commenti sull'Ucraina... e di sicuro nella valutazione ha avuto un ruolo la propensione (molto Statunitense) di twitter di sostenere (anche se mai direttamente) le proteste popolari, dalle primavere arabe a piazza Maidan.

Dati interessanti provengono anche dalle richieste di informazioni e di cancellazione di contenuti di Giappone, Gran Bretagna, Francia, Gran Bretagna e Spagna che però hanno registrato solo accoglimenti molto ridotti.

Naturalmente non tutti i paesi sono a conoscenza della possibilità di richiedere informazioni a Twitter. Solo recentemente, a esempio, il Belize, El Salvador, il Kenya e persino la Russia hanno cominciato a presentare le loro istanze.



Ma tra tutti coloro che sono presenti nella lista e che, pertanto sono informati della possibilità, spunta in maniera decisamente anomala il nostro Paese. Nella seconda metà dello scorso anno non si sono registrate alcun tipo di richieste da parte dell'Italia. E andando a guardare al totale degli ultimi due anni si registra una sola richiesta (peraltro non accolta) di rimozione di contenuti da parte del governo, relativa a uno specifico account, e 58 richieste di informazioni di cui ne sono state accolte meno del 4%. Limitandosi ai dati relativi alla rimozione di account e tweet si potrebbe ipotizzare che il nostro sia un Paese con una grande libertà di espressione e tolleranza.



Vedendo i dati relativi alla richiesta di informazioni viene invece il dubbio che il Governo, in tutte le sue manifestazioni, possa un po' sottovalutare Twitter (magari a favore di Facebook). O forse sono davvero gli italiani a non essere un popolo di uccellini.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Febbraio 2015, 17:40