Pes 2017, realismo e libertà
di gioco per contrastare Fifa

Pes 2017, realismo e libertà di gioco per contrastare Fifa

di Gabriele Niola
Nella grande guerra tra FIFA e Pro Evolution Soccer per il dominio nel settore delle simulazioni calcistiche, il secondo è sempre stato il gioco più libero e realistico mentre il primo quello più spettacolare.

Nonostante PES non goda di tutte le licenze come FIFA, cioè non può usare maglie e nomi ufficiali della maggior parte delle squadre (ma nel campionato italiano quasi tutte sono giuste), lo stesso è quello che meglio cerca di rappresentare il calcio, non imponendo una maniera migliore per giocare ma offrendo un numero sufficiente di personalizzazioni, in modo che ogni giocatore possa trovare la propria maniera di vincere la partita. Lavorare sulle fasce o sul centro, pressare o meno, agire rapidamente o costruire tutto a tavolino, ogni partita ha sue regole e uno svolgimento, questo avvantaggia molto i giocatori esperti ma rende meno immediato il gioco per chi si approccia con minore costanza. 

Gli aggiornamenti annuali di questi giochi del resto sono solo costosissime update di meccaniche che non vengono mai stravolte ma solo affinate. Di anno in anno PES non cambia filosofia ma migliora e stratifica il proprio gameplay, raffinando sempre di più l'idea iniziale. Eppure al livello cui è arrivato l'impressione è che manchi di immediatezza. A primo impatto la differenza tra Barcellona e una squadra di serie B è immensa, impossibile da colmare senza una conoscenza molto molto approfondita delle dinamiche di gioco. Il che significa che i giocatori più famosi e blasonati sono imprendibili e infallibili, segnano da ovunque se non marcati più che a dovere. Cosa probabilmente vera nel mondo reale ma terribilmente frustrante nei videogiochi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Settembre 2016, 10:30
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