Social ma solo in dialetto: ecco Facecjoc, boom di iscritti per il network che difende le tradizioni

Social ma solo in dialetto: boom di iscritti per Facecjoc, network in difesa delle tradizioni

di Eugenia Belvedere
Scrivere e dialogare in dialetto sui social network? Da oggi si può, grazie a Facecjoc.com, un progetto dell'italianissimo Gianluca De Bortoli, programmatore informatico di Udine.



Così come facebook è nato per far comunicare i giovani universitari di Harvard, il social network di De Bortoli nasce per far comunicare i programmatori di un progetto a cui l'informatico stava lavorando. Ma la lampadina si accende nel 2010: “Perchè non adeguarlo ai dialetti italiani?” Così dopo tre mesi di lavoro nasce facecjoc, un modo di dire che in dialetto friuliano significa bizzarro e un poco alticcio.



Al primo dialetto iniziano ad aggiungersene altri e così oggi conta, oltre il friulano, il toscano, il siciliano, il napoletano, il milanese e il romano. Ed è proprio a quest'ultimo che Gianluca De Bortoli decide di aggiungere una funzione: ad ogni dialetto sarà abbinato un personaggio famoso. Per Roma il compito spetta ad Enzo Salvi che iscritto a facecjoc dopo appena quindici giorni conta già 55 mila amici. E sono i numeri infatti a stupire: il social network nostrano conta più di 2 milioni di iscritti. “Siamo ancora piccoli- commenta il suo fondatore – ma se continuiamo a crescere con queste cifre presto potremmo creare lavoro per altre persone”. Gianluca De Bortoli, che si definisce un nerd nell'animo, proprio a questo punta: “Una società italiana che crei lavoro in Italia e che quindi paghi le tasse nel nostro paese.”



E alla domanda del perchè, nell'era globale, decide di creare un social in dialetto De Bortoli risponde: “Le culture e le tradizioni di ogni singola regione rischiano di scomparire, il mio è un modo per salvaguardarle facendo, però, conoscere e comunicare le persone tra di loro.”





Conoscere è la parole chiave. Ed è per questo che facecjoc è anche in russo, arabo, spagnolo, portoghese, inglese... “E' un portale anche per chi, italiano di seconda generazione, vuole mantenere un filo con la sua terra di origine, riscoprendo gli usi e i dialetti dimenticati”



Sono, per esempio, in 150 gli arabi iscritti a facecjoc, tutti giovani universitari che studiano la nostra lingua. “Verranno in Italia questa estate per completare il loro ciclo di studi ma nel frattempo si esercitano con il social nostrano”. Sottolinea De Bortoli.



A differenza di facebook, su facecjoc puoi vedere chi ha visitato il tuo profilo ed è già presente il pulsante 'non mi piace'. Inoltre più attività si fanno più si conquistano punti, gli eurocjoc, spendibili per adottare un 'amico'. Cioè seguire la pagina di un altro iscritto che si è interessati a conoscere: “Tutto questo serve per creare vere interazioni- sottolinea il fondatore- perchè come, statistiche alla mano evidenziano, il 63% percento degli iscritti a facebook non fa nulla se non giocare. Su facecjoc invece vogliamo creare vere connessioni ed è per questo che non ho previsto giochi”.



Ma sponsor sì, e a differenza di facebook dove le aziende pagano la campagna su facecjoc le cose andranno diversamente: “Vorrei trovare degli sponsor che mettano in palio dei gadget per gli utenti” L'idea è che più azioni l'utente compie su facecjoc (posta una foto, mette un mi piace, condivide un articolo) più accumula punti e vince un premio.





“Ma per ora puntiamo a scegliere i prossimi testimonial per le altre regioni” De Bortoli ha infatti lanciato agli iscritti napoletani, il concorso: chi vorrebbero come personaggio famoso? E mentre Biagio Izzo e Vincenzo Salemme si contendono la vittoria, a Gianluca abbiamo chiesto: “Perchè iscriversi a facejoc?” La risposta è semplice: “Perchè siamo italiani”.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Giugno 2015, 09:04