Cellulari e onde elettromagnetiche: ecco qualche consiglio

Cellulari e onde elettromagnetiche: ecco qualche consiglio
Non si vede e non si sente, per questo quello elettromagnetico è considerato un tipo di inquinamento invisibile i cui effetti sono ancora oggetto di studio. Quello che è certo, è che cellulari, smartphone e tablet sono fonti di campi elettromagnetici a bassa frequenza, e sono anche molto diffusi e utilizzati. Per usarli al meglio ed evitare eccessive esposizioni, basterebbe seguire alcune indicazioni, quelle fornite dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa).

La regola numero uno è: distanza. Ma ci sono cattive abitudini a cui spesso non diamo peso. Vediamo quali. Partiamo, appunto, dalla 'distanza': evitare di tenere i cellulari a contatto con il corpo, quindi no allo smartphone infilato nelle tasche dei pantaloni o nel taschino della camicia. Non addormentarsi con il cellulare acceso troppo vicino alla testa, se proprio bisogna tenerlo in camera da letto è preferibile attivare la modalità aerea e porre il dispositivo a una distanza superiore a 1 metro. 

A mantenere la giusta distanza ci aiuta l'utilizzo dell'auricolare con il filo, il vivavoce e il ricorso agli sms ogni volta che è possibile. Ad ogni modo, meglio effettuare chiamate di breve durata, sotto i 5 minuti, e alternare l'orecchio. 
Meno campo, più radiazioni. Non tutti sanno che quando c'è poco campo aumentano le radiazioni perché il cellulare aumenta la sua potenza per fornire ugualmente un servizio al cliente. Quindi è meglio evitare le chiamate quando c'è poco segnale. Anche durante il tentativo di connessione il cellulare emette più radiazioni, meglio tenerlo lontano dalla testa fino alla risposta.
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Gennaio 2019, 21:35
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