Caricabatterie universale, la proposta della Commissione europea divide politica e aziende

La proposta appare scontata ma non tutti sono d'accordo. E le aziende potrebbero rifarsi sui consumatori

Caricabatterie universale, la proposta della Commissione europea divide politica e aziende

Un caricabatterie universale per smartphone e altri dispositivi mobili in tutta l'Ue. È questa la proposta della Commissione europea, che sarà presentata ufficialmente domani.

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Bruxelles richiede a tutti i produttori di utilizzare un punto di ricarica comune USB-C e di rendere i protocolli software di ricarica interoperabili tra marchi. In base alla proposta, Apple dovrebbe modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning. Nell'ottica di ridurre i rifiuti elettronici, le aziende dovrebbero anche smettere di vendere caricabatterie nuovi per ogni dispositivo dando ai consumatori la possibilità di usare i loro vecchi cavi.

La proposta sembra destinata a dividere politica e aziende, ma anche i consumatori. Si tratta infatti di una parte delle misure che Apple, intenta a difendere la sua tecnologia proprietaria di ricarica Lightning, non aveva gradito già lo scorso anno, quando il Parlamento europeo aveva invitato la Commissione ad avanzare sul progetto. La standardizzazione dei cavi rappresenterebbe «un ostacolo all'innovazione», aveva tuonato in quell'occasione la società fondata da Steve Jobs.

Che tuttavia su un altro punto della proposta Ue parte già avvantaggiata. Ai produttori sarà infatti richiesto di astenersi dall'inserire nella confezione di smartphone, tablet e auricolari anche nuovi caricabatterie, dando ai consumatori la possibilità di riutilizzare i loro vecchi cavi. Scelta che Apple aveva già introdotto nel 2020. Il tutto, spiegano dai servizi di Breton, per ridurre i rifiuti elettronici e andare a sostegno dell'ambiente.

Con l'approvazione del Parlamento europeo data quasi per scontata dai più a Bruxelles (nel 2020 la risoluzione non legislativa degli eurodeputati a favore del caricatore universale passò con 582 voti a favore, 40 contrari e 37 astenuti), la proposta dovrebbe essere adottata nel 2022. La Commissione dovrebbe quindi concedere agli Stati membri un anno per recepirla nelle legislazioni nazionali e i produttori avranno poi un altro anno per implementare le norme. Se non ci saranno intoppi, il cavo unico potrebbe ricaricare i dispositivi di tutti gli europei dalla metà del 2024. Il problema, però, come avvertono diverse associazioni, è che la spesa extra potrebbe essere scaricata dalle aziende produttrici direttamente sui consumatori.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Settembre 2021, 19:21
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