Coronavirus, lo psicologo: «Adolescenti chiusi in casa, rischio sindrome di Hikikomori»

Coronavirus, lo psicologo: «Adolescenti chiusi in casa, rischio sindrome Hikikomori»

di Corso Viola di Campalto
TERNI Massimo Capitoli è chiamato da tutti i suoi pazienti "zio Massimo". Un pediatra che ha una lunga esperienza e che da sempre studia i comportamenti degli adolescenti. Ora  anche quelli legati all'emergenza per un'epidemia che ha cambiato, anzi stravolto, le abitudini dei ragazzi, rinchiusi da più di un mese nelle loro abitazioni. Questa volta Capitoli focalizza il problema legato alla convivenza imposta dalle recenti regole che vede spesso i genitori obbligati in una stanza nell'ormai stabile smart-working e i figli adolescenti separati nelle loro camere, impegnati in lezioni a distanza. «Se la distanza spesso unisce i ragazzi nel web con i compagni di classe - continua il dottor Capitoli - della squadra di calcio, del gruppo frequentato, con l'amico/a del cuore, abitualmente allontana genitori e figli costretti ognuno nelle ormai ordinarie e consolidate attività in assenza di un colloquio, che talvolta mancava già da tempo, e che sempre più spesso li distanzia. E così le lunghe ore trascorse in casa con cuffie o auricolari nell'ascolto di musica prodotta da ipod, talora al massimo volume, aumenta nei giovani il rischio di problemi e talora diminuzione dell'udito a causa dell'esposizione incontrollata al frastuono, con la conseguenza che possano comparire anche mal di testa, problemi di concentrazione, insonnia, e disturbi dell'umore, fino alla depressione».
Un problema legato alla quarantena: «Gli adolescenti, lasciati sempre più di frequente a se stessi- dice ancora il pediatra ternano - si circondano di dispositivi elettronici che a lungo andare creano una dipendenza dopaminergica, talora fino al punto di creare una situazione di isolamento sociale e reclusione volontaria: la cosiddetta Sindrome di Hikikomori». Un comportamento che spesso diventa quasi ossessivo: «Uno studio - continua Capitoli - ha evidenziato che gli adolescenti digitano, picchiettano, fanno scorrono lo smartphone più di 2600 volte al giorno, cioè più di una volta al minuto visto che la giornata è composta da 1440 minuti. consideriamo inoltre che la continua esposizione alle radiazioni elettromagnetiche che smartphone, tablet ed altri apparecchi emettono, è responsabile non solo di un aumento della temperatura cerebrale, particolarmente dannosa quanto minore è l'età del soggetto, ma anche di possibili effetti cancerogeni».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Aprile 2020, 22:26
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