Muriel, attivista su Instagram contro le discriminazioni: «La mia lotta contro bulli e omofobi»

Muriel, attivista su Instagram contro le discriminazioni: «La mia lotta contro bulli e omofobi»

di Ilaria Del Prete
La schiuma del mare che riflette la luce della Luna. In una parola: Muriel. Ha un nome da sirena la giovane attivista brianzola che su Instagram si batte per i diritti di chiunque sia vittima di discriminazioni. Omofobia, transfobia, Lgbt, bodyshaming, bullismo. Sono tutti temi che a pochi giorni dal 24esimo compleanno conosce in prima persona.

Partiamo dalle discriminazioni sessuali.
«Faccio parte della comunità Lgbt in quanto pansessuale. Non ho mai subito attacchi omofobi, ma ho deciso di impegnarmi a riguardo dopo aver pubblicato un video su Youtube in cui dicevo che forse mi piacevano anche le ragazze. C'è stato un riscontro che non immaginavo». Lì il percorso dei miei social è cambiato».



In che senso?
«Prima mi dedicavo all'intrattenimento con un canale video aperto nel 2012 in cui raccontavo la mia vita, poi ho deciso di sfruttare i miei numeri in rappresentanza di chi non ha voce».

E per quanto riguarda il bodyshaming?
«Quello l'ho vissuto. Fino a un anno fa odiavo il mio corpo e lo trattavo male. Nel corso della mia vita ho sofferto spesso di disturbi alimentari».

Poi cosa è cambiato?
«Ho partecipato alla Bodypositive catwalk organizzata da Laura Brioschi. Spogliarmi e sfilare in intimo a Milano è stata una liberazione».



È stata bullizzata per il suo corpo?
«Sì, alle scuole medie. Paradossalmente, proprio nel momento in cui pesavo meno. Mi è rimasto impresso un episodio. Mi era caduta una penna sotto al banco, mi sono chinata per raccoglierla e un compagno mi ha detto: attenta a non restare incastrata».

Come ha reagito?
«Mi sono sentita impotente. È per questo che ora dico che tutti dobbiamo avere le stesse opportunità indifferentemente dall'aspetto fisico. Se vuoi ballare balla. Riceverai porte in faccia, ma succede a tutti. La vita è una sola».

Quanto hanno contribuito i social al suo cambiamento?
«Sono stati una terapia. Parlo anche delle storie degli altri, e mi hanno aiutato a acquistare autostima. Ora non sono diventata la regina della confidence, ma ho imparato a parlarmi. A darmi i miei tempi».

Tra le storie che racconta, anche quella del suo fidanzato.
«Lui è nato in un corpo femminile ma la sua identità di genere non corrisponde al suo sesso di nascita. Sta facendo la transizione. Solo ora ho capito quanto è difficile. Trovare lavoro, viaggiare, cambiare documenti. È veramente tosto, per questo mi batto così tanto, per tutti».
ilaria.delprete@leggo.it
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Febbraio 2020, 22:49
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