Ristoranti gratis con Instagram: posta la foto del piatto, se hai tanti like non lo paghi

Qual è il termine più adatto?
«Mi piace più la definizione di creatore di contenuti di intrattenimento».
Che differenza c'è?
«L'influencer lo associo più a qualcuno pagato per scattare una foto a un prodotto e il suo lavoro finisce lì».

Video e post sono realizzati tutti di persona?
«Mi occupo di tutti i miei contenuti, c'è un'agenzia che mi segue solo per la parte organizzativa».
Un lavoro a tempo pieno.
«Dall'ideazione alla scrittura, dalla registrazione al montaggio, è un processo che può impiegare giorni. Quindi sì ma è un lavoro molto dinamico».
La laurea in Giurisprudenza è chiusa nel cassetto?
«E ci resterà per sempre. Piuttosto vado a coltivare ulivi in Umbria».
Avverte un senso di responsabilità verso i follower?
«Sì e sono contenta che ci sia, me la sono anche sudata. La credibilità va costruita fidelizzando il pubblico sulla sincerità».
E come si fa?
«Banalmente, se ti arrivano dieci proposte di lavoro ne accetti una e scarti quelle che non rientrano nelle tue corde. Cerco sempre di diffondere solo cose in cui realmente credo o che comunque conosco molto bene».
Cosa non mostra sul web?
«Le mie dinamiche familiari, la mia vita più intima. E la parte più noiosa. Ma anche io ho momenti tristi o problemi, non li condivido perché penso non interessino a nessuno».
C'è chi mostra tutto?
«Credo che nessuno lo faccia. E quello che si vede per quanto sembri personale è sempre filtrato».
Dopo l'esperienza di conduttrice a Radio2 e la tv su FoxLife lo schermo dello smartphone è diventato stretto?
«Le piattaforme social non danno la possibilità di esprimerti come artista allo stesso livello degli altri media. C'è sempre l'ambizione a provare cose nuove, se arrivano ben venga»
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Febbraio 2019, 08:13
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