Facebook, tonfo a Wall Street dopo scandalo dei dati manipolati

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Facebook in pesante calo a Wall Street dopo lo scandalo di Cambridge Analytica e le pressioni delle autorità americane e inglesi su Mark Zuckerberg. I titoli dell'azienda californiana perdono oltre il 5% a 174 dollari.

Intanto il governo di Londra esprime «preoccupazione» per le notizie sulla violazione dei dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook che risultano essere filtrati a una società di consulenza britannica, Cambridge Analityca, e pare siano stati utilizzati per tracciare profili di elettori a scopo di propaganda sia negli Usa sia nel Regno Unito: in particolare a favore di Donald Trump e della Brexit. E anche gli Stati Uniti e la chiedono risposte all'amministratore delegato del socil network sul caso.

La vicenda - che ha scatenato reazioni contro l'azienda di Zuckerberg - ha spinto il governo di Londra ad anticipare il progetto d'interventi normativi più stringenti per la tutela dei dati sulle piattaforme online e per «mettere fine al Far West» dei giganti del web, come scrive oggi il Daily Telegraph. Un portavoce di Theresa May ha da parte sua riferito che la premier conservatrice è favorevole anche a un'indagine ad hoc dell'autorità di controllo del Regno sull'informazione sulle denunce della gola profonda di Facebook che ha svelato il caso Cambridge Analityca e l'asserito abuso di dati per la cosiddetta «segmentazione psicografica» di milioni di utenti.

Al social media viene chiesto ni particolare di fare luce e di dire esattamente cosa sapesse sul furto di dati di 50 milioni di americani, usati poi per spot politici mirati e per influenzare gli elettori. Facebook ha oscurato Cambridge Analytica venerdì scorso, tre anni dopo aver scoperto che aveva infranto le regole del social network acquistando illegalmente i dati raccolti dall'app thisisyourdigitallife, messa a punta dall'accademico russo-americano Aleksandr Kogan. E su questi anni è concentrata l'attenzione di parlamentari e senatori americani e britannici, ai quali non sembra andare giù la spiegazione offerta dal social media, ovvero di aver ricevuto assicurazioni nel 2015 sul fatto che i dati erano stati cancellati. Non è la prima volta che su Facebook si scatena una bufera per il suo ruolo politico. È però la prima volta che gli attacchi vanno direttamente al suo amministratore delegato che, in passato, si è impegnato pubblicamente a «riparare Facebook», guadagnandosi il soprannome di 'Mr Fix'. 

«La smetta di nascondersi dietro la sua pagina Facebook», tuona il parlamentare britannico Damian Collins, che guida le indagini sulle interferenze politiche nell'ambito delle quali  funzionari di Cambridge Analytica e Facebook sono stati sentiti. «Scriverò a Zuckerberg e gli chiederò di comparire, o di far comparire un altro manager, davanti alla commissione» che si occupa delle indagini, spiega. Collins accusa anche l'amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Nix, di aver «deliberatamente» mentito davanti alla sua commissione il mese scorso, quando ha dichiarato che la sua società non aveva usato dati Facebook. Nix però respinge le critiche: «Abbiamo cancellato i dati Facebook quando siamo stati avvertiti di una possibile violazione delle regole del social media».

Dello stesso tenore di Collins anche la senatrice democratica americana Amy Klobuchar. «Zuckerberg deve essere sentito dalla commissione giudiziaria del Senato su cosa Facebook sapesse esattamente» perché è ormai «chiaro che queste piattaforme non sono in grado di vigilare da sole». Critico anche il senatore repubblicano Marco Rubio: «Talvolta queste società crescono così rapidamente e ricevono dai media pubblicità positiva che iniziano a pensare di essere al di sopra delle regole che si applicano a tutti», evidenzia l'ex candidato alla Casa Bianca.

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Marzo 2018, 19:32
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