L'app di Facebook consumerebbe più batteria degli smartphone di quanto realmente necessario. Per questa accusa, George Hayward, data analyst, è stato licenziato dal colosso dei social, Meta che l'ex-dipendente ha trascinato in tribunale, in una coraggiosa battaglia legale. Questo metodo di funzionamento, noto come negative testing, in realtà non riguarderebbe solo il re dei social network, ma anche altre grandi compagnie del tech. Lo specialista ha rifiutato di proseguire con questa pratica scorretta, così è stato messo alla porta.
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Una denuncia scomoda
Il professionista, assunto nel 2019 con un peraltro lauto stipendio, non avrebbe perciò proseguito i test sulle app di Facebook e Messenger richiesti da Meta, che consumerebbero di proposito più batteria per scopi sperimentali senza che l'utente ne sappia nulla, danneggiando dopo ogni utilizzo il proprio smartphone. A riportare la notizia è il New York Post, che ha raccolto la testimonianza dell'ex dipendente di Mark Zuckerberg.
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Coraggio di rifiutarsi
«Ho detto al manager, 'Questo può danneggiare qualcuno', mi ha risposto che danneggiando alcuni possiamo aiutare le masse» ha riferito il 33enne, che dopo il suo diniego è stato messo alla porta da Meta.
Numero indefinito
Neanche Hayward sa dire con esattezza quale sia il numero di persone coinvolte nella sperimentazione e purtroppo «la maggior parte delle persone non ha idea che Facebook o altre società di social media siano in grado di scaricare intenzionalmente la batteria di un cellulare», ha affermato l'avvocato di Hayward, Dan Kaiser. Al momento la causa, che chiedeva danni non specificati, è stata ritirata perché Hayward è in attesa dell'arbitrato.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Gennaio 2023, 16:32
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