Apple prepara la guerra a Spotify:
via alla battaglia dello streaming

Apple prepara la guerra a Spotify: via alla battaglia dello streaming
Non ha ancora esordito ufficialmente con il suo servizio di musica in streaming, ma Apple starebbe già mostrando i muscoli per sbaragliare la concorrenza. Stando alle ultime indiscrezioni riportate da blog americani, l'azienda di Cupertino avrebbe dichiarato guerra all'offerta gratuita di alcuni protagonisti del mercato - Spotify in testa - attraverso pressioni sulle etichette discografiche. Mossa che avrebbe fatto scattare l'attenzione delle autorità Usa per la concorrenza.



Dopo essere finita sotto la lente dell'Ue per gli accordi con le major - almeno secondo i 'rumors' del Financial Times - ora Apple sarebbe nel mirino negli Usa del Dipartimento di Giustizia e dalla Federal Trade Commission, sempre per timori legati alla violazione della concorrenza con Beats, il servizio di musica in streaming di cui è atteso il lancio a giugno. Secondo indiscrezioni del blog The Verge, l'azienda starebbe spingendo le case discografiche a non rinnovare le licenze a servizi come Spotify, per la parte che riguarda l'offerta gratuita agli utenti. Quella opzione davvero popolare che consente a milioni di persone di accedere al catalogo di milioni di brani senza sborsare un euro, grazie all'inserimento di spot pubblicitari.



Se riuscisse nel suo intento, Apple ridurrebbe drasticamente la concorrenza, visto che dei 60 milioni di utenti di Spotify solo 15 milioni sono quelli a pagamento. Il resto accede alla funzione 'free'. Il servizio fa più paura di quello di altri concorrenti: è stato appena valutato quasi 8 milioni e mezzo di dollari, più del doppio della rivale Pandora. Sulla guerra all'offerta di musica gratuita Apple potrebbe trovare terreno fertile proprio sul fronte delle major: premono per convertire la musica «free» in un sistema di abbonamenti, visto che - lamentano - il servizio di streaming con pubblicità non sarebbe in grado di generare abbastanza ricavi per bilanciare il calo delle vendite di cd e dei download digitali.



La popstar Taylor Swift aveva detto «addio» a Spotify l'anno scorso proprio per questo motivo. Ed è proprio sulla scia di queste critiche che è nato Tidal, servizio appoggiato da star come Jay-Z e Madonna. Si è proposto solo con offerte a pagamento, esplicitamente con l'obiettivo di «salvaguardare» i diritti degli artisti e royalty maggiori.



Il servizio della Mela Morsicata, che nasce dalle ceneri di Beats Music e a cui starebbero lavorando il musicista Trent Raznor e il noto produttore musicale Jimmy Iovane, ha tutte le potenzialità per cambiare le carte in tavola. Secondo un recente studio di Midia Research, il bacino potenziale di iscritti potrebbe essere di circa 75 milioni di utenti.



Uno scenario che non passa inosservato agli occhi delle autorità, considerando che il mercato di riferimento è in crescita: per la prima volta negli Usa i ricavi generati dalla musica in streaming hanno superato quelli delle vendite di cd.
E a guidare i ricavi digitali sono proprio i servizi in abbonamento: secondo gli ultimi dati dell'IFPI, la Federazione internazionale dell'Industria Fonografica, hanno fatto segnare un +39% e hanno bilanciato il declino del download (-8%, ma ancora al 52%).

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Maggio 2015, 09:03