Venus Williams, i suoi primi 40 anni da fuoriclasse del tennis

Venus Williams, i suoi primi 40 anni da fuoriclasse del tennis

di Massimo Sarti
Tutto cominciò il 31 ottobre 1994 ad Oakland, in California, con un 6-3 6-4 rifilato alla connazionale Shaun Stafford. Nel turno successivo la numero 1 al Mondo, la spagnola Arantxa Sanchez Vicario dovette risalire da un 6-3 3-1 a proprio sfavore prima di salvarsi. Non senza complimentarsi con quella 14enne di colore dalle gambe e dalle braccia sterminate, che già serviva fortissimo (assaggi delle bordate a oltre 200 km/h degli anni successivi) facendo intravvedere il gioco potente ed elegante che l'avrebbe contraddistinta. Una bimba di nome Venus Williams: la “Venere Nera” del tennis mondiale sta per compiere 40 anni, essendo nata a Lynwood, nella Contea di Los Angeles, il 17 giugno 1980. Una carriera infinita che ancora non vede una parola fine, nonostante le incertezze per la pausa forzata a causa del Covid-19. «Probabilmente non giocherò ancora a lungo, ma bisogna sempre avere dei sogni. Vorrei vincere gli Australian Open e il Roland Garros», ha detto di recente in un'intervista a “Tennis Majors”. I due tornei del Grande Slam che non è riuscita a conquistare, a differenza della doppietta agli Us Open (2000 e 2001) e del pokerissimo a Wimbledon (2000, 2001, 2005, 2007 e 2008). Nel carniere, poi, 49 trionfi in singolare in tornei Wta e l'oro olimpico a Sidney 2000.

Venus è stata la prima tennista afroamericana dell'era Open a diventare numero 1 al Mondo. Uno degli obiettivi del padre Richard Williams, deciso a ottenere dal tennis fama e ricchezze, contro tutto e contro tutti (anche contro le gang violente del ghetto di Compton), allenando fin da piccole Venere e Serena. Che avrebbe superato la sorella maggiore in quanto a successi e a guadagni. Nel 1999, a Miami, la prima finale professionistica di sempre tra sorelle (vittoria di Venus), la prima di tante. Il doppio di casa Williams sarebbe stato poi imbattibile a lungo: 14 prove del Grande Slam e tre ori a Cinque Cerchi tra il 1999 e il 2016. Due forzate della racchetta sin da bambine, una storia che almeno parzialmente ricorda quella di André Agassi.

Una carriera lunga 26 anni, con tanti momenti difficili: dai numerosi infortuni alla diagnosi, nel 2010, della sindrome di Sjogren, una malattia autoimmune reumatica che ha molto limitato Venus. Ma non fermata. L'ultimo anno importante a livello di risultati è stato il 2017, con le finali a Melbourne (battuta da Serena), Wimbledon e nelle Wta Finals.

Venere ha sempre amato la moda. Con quel fisico, avrebbe sfondato anche come modella. Ama fare la stilista, spesso disegnando i propri completi, mai esteticamente banali. Insieme alla sorella, la “Venere Nera” è sempre stata un simbolo di riscatto, nello sport, per le donne afroamericane, anche per le sue umili origini. Venus non ha fatto mancare la propria voce sui social dopo la morte a Minneapolis di George Floyd, parlando di un «razzismo dalla faccia orribile che ancora pervade l'America».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Giugno 2020, 08:45
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