Sinner-Musetti, la beata gioventù: Miami li celebra

Sinner-Musetti, la beata gioventù: Miami li celebra

di Piero Valesio

Chiudiamo nel cassetto i paragoni con Becker che sbanca Wimbledon a 17 anni o con Nadal che a 19 anni vince 11 tornei. Entrambi appartenevano ad altre epoche. Da allora a oggi tutto il mondo è cambiato. E solo uno come Rafa può essere ancora oggi in campo a vestire i panni del superuomo non soggetto alle regole del tempo. Quando riflettiamo sulle potenzialità di Musetti e Sinner dobbiamo utilizzare altre categorie di pensiero e soprattutto utilizzare i paragoni con molta parsimonia.
Ieri Musetti ha perso in due set contro Marin Cilic (6-3 6-4) per conclamata inesperienza a reggere la scarica di sassi che i giocatori come l’uomo di Medjugorie sono soliti scagliare nel campo avversario quando fisico e testa li sostengono. Ma la sconfitta di ieri e quelle che verranno contro top player o ex-tali non vanno considerate come passi indietro all’interno di un processo di crescita. Al contrario: sono fondamenta di quella crescita.
NESSUNA ESPLOSIONE
Certo, se applicassimo alla realtà la speranza di vedere un italiano che esplode e vince Wimbledon o 11 tornei in una stagione a meno di vent’anni, allora potremmo già far partire le lamentazioni: eccone altri due che ci hanno fatto sognare e che poi al massimo vinceranno qualche torneo, quasi per sbaglio. In realtà il patrimonio tennistico che Musetti&Sinner ci garantiscono è enorme. Ma nel mondo che viviamo (soprattutto in questo) non si esplode: si cresce. Si divora un centimetro di campo per volta. Così hanno fatto gli ultimi nextgen di cui oggi ammiriamo le gesta e questa sarà la strada che percorreranno anche i nostri.
BENEDETTO RIPOSO
Oggi a Miami Jannik Sinner dispone di un’occasione ghiottissima per compiere un altro passo in avanti. Sperando si sia ripreso adeguatamente dalla partita pazzesca giocata domenica al termine della quale ha ri-sconfitto Khachanov. Una partita durante la quale ha fatto suo il messaggio dell’angelo (siamo in periodo pasquale) quando le pie donne si recarono al sepolcro di Gesù: «Non è qui, è risorto» ebbe a dire il messaggero alato. Jannik, sempre un ragazzo di 19 anni la cui crescita fisica è lungi dall’essere compiuta, alla fine del primo set era distrutto per effetto dei raggi ultravioletti e faceva fatica a muovere un passo. Ma poi si è ripreso in modo clamoroso trasmettendo un messaggio secco: la mia testa è quella di un campione vero.
Oggi Jannik giocherà un ottavo di finale contro il finlandese Ruusuvuori, 21 anni, tennista magari grezzo ma capace di buttare fuori dal torneo Alex Zverev e certamente affamato pure lui. Molto affamato. Qualora il nostro dovesse imporsi si troverebbe di fronte il vincente del match Bublik-Fritz: non esattamente Djokovic o Nadal. Insomma l’idea di avere Jannik in semifinale non è poi così campata in aria. Ma il punto è un altro: se non succederà non sarà una sciagura. Questa, per il nostro magico duo, non è la fase della raccolta ma di una semina oculata.
COME BORG E MCENROE
C’è chi, tesi sostenuta ieri dal presidente della Fit Angelo Binaghi, pensa che i due siano paragonabili a Borg e McEnroe: uno più regolare (Jannik) e uno più creativo (Musetti). Chi nella sua vita procede con passo più cadenzato potrebbe immedesimarsi con più facilità con l’altoatesino; chi ama il tocco, il rischio, il colpo a effetto, con il carrarese. Se proprio si deve giocare a questo gioco allora Sinner è più un Lendl e Musetti un Gerulaitis ma in fondo chissene. Il dato fondamentale è che a tutt’oggi ci sono due ragazzi giovani che con Berrettini e Sonego garantiscono al tennis italiano anni di competitività reale e costante, non estemporanea. Una competitività di gregge che però potrebbe anche non partorire il messia, colui che dovrebbe issarsi sul tetto del mondo. Nel tennis entrare nei primi 50 giocatori del mondo è già un ottimo risultato; conquistare un posto nei primi 10 è materia titanica; per andare oltre, di questi tempi, bisogna essere un Avenger che riassume in se stesso le caratteristiche di Iron Man e Thor, con lo scudo di Capitan America. Assistiamo oggi al match di Sinner (ore 15 italiane) assistiti da questa consapevolezza. Vivremo più sereni noi e saranno più liberi di crescere loro, Lorenzo&Jannik.
Nel frattempo Binaghi ha annunciato ieri in una intervista radiofonica che dopo Pasqua si saprà se gli Internazionali d’Italia si giocheranno con pubblico; e se sì con quanto.

Il presidente della Fit ha altresì escluso che le Finals di Torino, a novembre, si disputino a porte chiuse. Un po’ di pubblico, secondo lui, ci sarà.


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Marzo 2021, 07:35
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