Se si giocasse solo a novembre Jannik Sinner sarebbe già numero uno del mondo. Lo scorso anno aveva alzato la prima coppa importante, vincendo le Next Gen Finals di Milano, dove entrava zitto zitto da wild card mentre i riflettori erano per i colleghi più grandi di lui che lo sopravanzavano in classifica mondiale. Dodici mesi dopo chiude ancora l’anno vincendo, ma questa volta in un torneo “vero”, con le regole tradizionali e i punti in classifica in palio. Contro avversari di tutte le età. Come il trentenne Vasek Pospisil, battuto ieri in finale e che, come l’azzurrino, cercava il suo primo titolo Atp (in singolare, si intende, lui che è doppista di grande spessore e che lì sì che di titoli ne ha vinti). Niente, Vasek, appuntamento rimandato. La storia la fa il baby prodigio del tennis italiano. Sofia è sua, fa piacere anche che non ci siano le porte totalmente chiuse e che il suo primo sigillo tra i big sia sottolineato dagli applausi di un pubblico vero. Ha 19 anni e 3 mesi Sinner, un dato che basta per renderlo il più giovane vincitore di un torneo Atp negli ultimi 12 anni (dai tempi di Nishikori a Delray Beach 2008) nonché il più giovane azzurro nell’era Open. Prima di lui Claudio Pistolesi, che nel 1987 vinse a Bari a 19 anni, 7 mesi e 18 giorni. Ma se il romano non ha poi avuto una carriera all’altezza delle aspettative che quel risultato precoce autorizzava a sognare, quando si parla di Sinner ci si sente molto più al sicuro. Anche alla luce di quanto visto ieri.
MATCH LUCI E OMBRE
Jannik la finale del “250” bulgaro la gioca malino, comunque molto al di sotto dei suoi standard. Fa anche meno punti del suo avversario. Eppure vince lui. Come si dice delle grandi squadre di calcio? Che si riconoscono dalla capacità di vincere anche quando sono appannate? Appunto. Parte fortissimo l’allievo di Riccardo Piatti. Porta a casa un 6-4 con facilità irrisoria e fa subito il break al primo game del secondo set. Poi si spegne le luce. Cede subito il servizio a sua volta e inizia a perdere drasticamente efficacia con la battuta. E Pospisil - che se a 30 anni non ha mai vinto un torneo in singolare... - semplicemente facendo il suo porta l’incontro in parità, chiudendo 6-3 il secondo parziale. Ma il 19enne nato a San Candido continua a sbagliare anche nel terzo. Con la differenza che quando poi arrivano i punti pesanti trova il modo per venire fuori dal fango. Che sia un servizio vincente, un drittone o un rovescio incrociato, marchio di fabbrica, visto poco ieri: Pospisil non sarà un fenomeno ma ha esperienza, sa che gli conviene giocare il meno possibile da quella parte. Così fino al tie break: errori banali che si alternano a vincenti da applausi. Poi al tie break Jannik ritrova la “sua” perfezione e, laddove ti aspetti che sia favorito il giocatore con il servizio più potente, ecco che vince il ragazzino con il futuro già scritto.
GUARDARE AVANTI
Ha cominciato l’anno da numero 78 l’azzurro, lo chiuderà da numero 37, suo best ranking.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Dicembre 2020, 16:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA