Novak Djokovic rischia grosso: il campione del tennis mondiale ha ammesso in un post su Instagram che la dichiarazione di viaggio rilasciata alle autorità di frontiera al suo arrivo in Australia conteneva informazioni non corrette, avendo affermato nel questionario Covid che non aveva viaggiato nei 14 giorni precedenti, mentre in realtà si era recato in Spagna dalla Serbia. Avendo rilasciato informazioni false, secondo i media australiani, ora il tennista serbo rischierebbe fino a cinque anni di carcere.
Il tennista, che dopo una prima vittoria in tribunale attende ancora la decisione definitiva del governo di Canberra sul visto per restare nel Paese e partecipare agli Australian Open, ha parlato di un «errore umano e certamente non volontario» di un membro del suo staff, precisando che «nuove informazioni» sono state fornite alle autorità australiane per «chiarire questa questione».
"Intervista da positivo al Covid"
Nel suo post Djokovic ammette anche che due giorni dopo essere risultato positivo al coronavirus ha infranto le regole di isolamento per incontrare un giornalista per una intervista. «Mi sono sentito in dovere di condurre l'intervista a L'Equipe perché non volevo deludere il giornalista», ha scritto Djokovic nel post di Instagram, ammettendo che avrebbe dovuto rimandare, ma sottolineando che in quell'occasione ha «preso le distanze sociali e ho indossato una mascherina, tranne quando è stata scattata una fotografia». È invece «disinformazione», ha aggiunto, quella che sostiene che sia andato in giro dopo il test positivo del 16 dicembre.
Nessuna decisione prima di domani
Una decisione sul caso di Novak Djokovic non verrà presa prima di domani.
Djokovic e le informazioni false: «Rischia fino a 5 anni»
Novak Djokovic potrebbe rischiare fino a cinque anni di carcere in Australia. Secondo quanto scrivono The Sunday Morning Herald e The Age, le autorità del Paese stanno analizzando le discrepanze nelle informazioni fornite dal tennista serbo, che ha ammesso tra l'altro di aver effettuato attraverso un membro del suo staff un'errata dichiarazione di viaggio per l'ingresso in Australia e di aver violato l'isolamento Covid in Serbia. La pena massima per chi fornisce prove false, sottolineano i media, è appunto una condanna a cinque anni.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Gennaio 2022, 22:38
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