Bertolucci: «Musetti e la meglio gioventù italiana, il nostro tennis è in ottime mani»

Bertolucci: «Musetti e la meglio gioventù italiana, il nostro tennis è in ottime mani»

di Daniele Petroselli

Il primo titolo ATP non si scorda mai. E per Lorenzo Musetti è stato davvero un colpo importante, arrivato ad Amburgo contro un altro fenomeno della nuova generazione, quel Carlos Alcaraz nuovo numero 5 al mondo. Ma anche il toscano ha da festeggiare, perché oltre ad aver raggiunto il proprio best ranking (n.31) con questo successo è arrivato al terzo posto della classifica dei più giovani tennisti italiani ad aver vinto un titolo ATP. Con il suo titolo vinto a 20 anni e 4 mesi, è dietro solo a un altro astro nascente del tennis azzurro come Jannik Sinner e Claudio Pistolesi. E a esaltare la “meglio gioventù” d’Italia è un grande ex tennista come Paolo Bertolucci, tra i protagonisti dell’epoca d’oro insieme a Panatta, Pietrangeli e Barazzutti, oltre ad essere stato capitano in Coppa Davis dal ‘97 al 2000. 


Bertolucci, come valuta l’exploit di Musetti ad Amburgo?
«Insieme a Sinner è tra i giovani che dovrebbero dire la loro nei prossimi dieci anni. Hanno tutte le qualità per emergere. Musetti era un po’ più indietro ma questa vittoria è stata importantissima per la fiducia. Ha battuto un altro giovane di livello in una partita esaltante, non si è abbattuto dopo che ha perso il secondo test. È stata una prova di maturità, perché sul suo talento non c’erano dubbi». 
Una prova maiuscola dopo un’annata in cui ha sofferto tanto. Ora su cosa deve migliorare?
«Deve lavorare sotto l’aspetto fisico. Per poter combattere ad altissimo livello serve quello. È molto giovane ma ha davanti a sè 2-3 anni dove dovrà maturare». 
Sinner e lui quindi il futuro del tennis italiano. Quali i punti di forza delle nostre punte di diamante?
«Sono due atleti diversi, sicuramente Sinner ha un gioco più votato alla regolarità anche se cerca sempre di comandare lo scambio, mentre Musetti ha più inventiva, anche più soluzioni ed armi tattiche ma non ha la forza mentale dell’altoatesino e la regolarità. Sono giovani, di talento, con caratteristiche diverse e questo comunque fa sì che l’Italia sia una squadra completa. E poi abbiamo Berrettini e Sonego. Con loro abbiamo un grandissimo gruppo». 
Il tennis italiano quindi è in buone mani? 
«È una questione di cicli.

Fanno fatica Paesi come Usa e Australia. Questo è il momento di seminare, ma se hai esempi di livello come ora è più facile dietro venire fuori. Siamo in ottime mani».


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Luglio 2022, 05:00
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