Olimpiadi, lo sport oltre i venti di guerra: l'abbraccio tra il russo Burov e l'ucraino Abramenko

Un abbraccio, fra l'atleta ucraino Oleksandr Abramenko e il russo Llia Burov, alle Olimpiadi di Pechino, scioglie per un momento la tensione che da settimane si accumula fra Kiev e Mosca

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di Niccolò Dainelli

Lo sport vince su tutto. Ma è anche e soprattutto scuola di vita. Lo sport vince anche sulla guerra. Un abbraccio, fra l'atleta ucraino Oleksandr Abramenko e il russo Llia Burov, alle Olimpiadi di Pechino, scioglie per un momento la tensione che da settimane si accumula fra Kiev e Mosca. Una tensione che ha coinvolto anche l'Europa e gli Stati Uniti, in seguito al dispiegamento di decine di migliaia di militari russi a ridosso delle frontiere ucraine.

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Per la prima volta dall'inizio di Pechino 2022, lo scorso 4 febbraio, sono saliti sullo stesso podio, quello per la premiazione del freestyle aerieal maschile un atleta ucraino e uno russo.

Abramenko ha vinto la medaglia d'argento, la prima medaglia per l'Ucraina a questi giochi, l'atleta cinese Qi Guangpu, l'oro, e il russo Llia Burov il bronzo.

 

Abramenko, come anche Qi, sul podio si è avvolto nella bandiera nazionale. Burov non ha potuto farlo, per le sanzioni per il doping che impongono agli atleti russi di gareggiare sotto l'egida del comitato olimpico nazionale. Ma Abramenko e Burov, amici da tempo, si sono fatti fotografare non solo salutandosi con il pugno, ma anche abbracciati e giocosi, malgrado il governo ucraino avesse esplicitamente chiesto ai suoi atleti di non farsi sorprendere accanto a colleghi russi.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Febbraio 2022, 20:07
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