Tokyo 2020 nel caos, tra atleti positivi e sponsor in fuga. E spuntano i letti «anti-sesso» per evitare i contagi

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Tokyo 2020, a 4 giorni dall'inizio delle Olimpiadi è ormai caos per via dei tanti casi di atleti positivi al Covid, in una edizione dei Giochi che sarà inevitabilmente segnata dall'assenza di pubblico. La Toyota - uno dei principali sponsor di Tokyo 2020 - ha annunciato che non intende trasmettere più i video pubblicitari in Giappone, e il suo presidente, Akio Toyoda, non parteciperà alla cerimonia di apertura dei Giochi, in programma questo venerdì.

La decisione di Toyota riflette la scelta, sempre più diffusa tra le aziende che sponsorizzano i Giochi, di non vedere il proprio marchio associato ad un evento potenzialmente negativo, in considerazione dell'alto livello di contrarietà all'interno dell'opinione pubblica in Giappone. Il capo della comunicazione della casa auto nipponica, Jun Nagata, ha spiegato che erano stati prodotti una serie di filmati contenenti diversi messaggi coi principali atleti sportivi, e «il cui scopo adesso ha assunto un diverso significato». Nagata ha comunque aggiunto che Toyota continuerà a sostenere tutti gli sportivi coinvolti nei Giochi e che fornirà regolarmente le proprie vetture ecologiche durante l'organizzazione della manifestazione.

Ok allenamenti per atleti che hanno avuto contatti con positivi

Intanto è arrivato l'ok agli allenamenti per gli atleti che hanno avuto «contatti stretti» con positivi al Covid, ma non per tutti: mentre salgono i casi di contagi ai Giochi, fuori e dentro il villaggio, è caos su quanti hanno avuto contatti con i positivi. Il Cio ha chiarito che i 21 che hanno incrociato i positivi nella nazionale di calcio sudafricana potranno continuare a prepararsi, usando mezzi dedicati per spostarsi e allenandosi a parte. Cio e organizzatori non possono però dare l'ok a quanti, come 8 britannici dell'atletica, sono posti in isolamento dalle autorità giapponesi in quanto «stretti contatti» con un positivo sul volo per Tokyo.

Il punto sulla situazione dei tanti atleti che hanno avuto stretti contatti con i positivi ai Giochi è stato fatto in un briefing al quale hanno partecipato il Cio e il comitato organizzatore. Se non c'è alcun dubbio sull'isolamento in camera ai quali sono sottoposti al villaggio i due calciatori sudafricani e il rappresentante dello staff, e da oggi anche il giocatore ceko di beach, più delicata è la questione su come regolarsi con tutti quelli che dalla app di tracciamento che ogni accreditato ha dovuto scaricarsi per indicazione di Tokyo 2020 risultano aver avuto contatti stretti con i positivi. I 21 sudafricani, nel caso, presumibilmente l'intera nazionale di calcio del Sudafrica. L'obiettivo del Cio è «isolare queste persone e consentire loro di proseguire la preparazione alle gare»: per questo «creeremo le condizioni perchè possano possano fare il minimo necessario per prepararsi», ha spiegato Pierre Ducrey, vicedirettore Cio dei Giochi.

Sottoposti a screening ogni giorno mediante test nasofaringei, invitati a mangiare in camera e trasportati «con mezzi dedicati», devono «allenarsi separatamente» ma non sono costretti al completo isolamento, secondo il Cio. I 'contatti strettì sono monitorati da un un gruppo di esperti indipendenti, che tiene conto del loro stato di vaccinazione, monitora i loro test e decide quando possono tornare con il resto della squadra, ha continuato Ducrey. Nessuna misura invece può essere presa, al momento, per i 6 britannici della squadra di atletica più due dirigenti, messi in isolamento all'arrivo a Tokyo dalle autorità sanitarie giapponesi

In isolamento 8 membri del team Gb

Sei atleti e due membri dello staff della squadra britannica di atletica leggera in procinto di partecipare a Tokyo 2020 sono stati messi in isolamento per aver avuto 'contatti strettì con un passeggero, poi risultato positivo, del volo che, venerdì scorso, ha portato il Team da Londra alla capitale giapponese.

Un portavoce del comitato olimpico della Gran Bretagna ha confermato la notizia, precisando che «ora gli otto componenti del nostro gruppo osserveranno il periodo di isolamento nelle loro stanze del centro di allenamento dove ci stiamo preparando». Il portavoce ha poi precisato che il passeggero «non ha nulla che vedere con la nostra delegazione» e che tutto il gruppo di Team Gb è risultato negativo ai test effettuati dall'arrivo in Giappone, comprese le otto persone che adesso sono in quarantena, «ma ci atterremo strettamente al protocollo sanitario e alle indicazioni che ci sono state date, con la supervisione dello nostro staff medico guidato dal dottor Niall Elliott».

Positivi una ginnasta Usa e un atleta di beach volley ceco

Ancora un caso di positività al Covid all'interno del villaggio olimpico di Tokyo. Ad esser fermato dal tampone è un giocatore di beach volley della nazionale della Repubblica Ceca, la cui positività è stata annunciata dal Comitato olimpico di Praga. Ondrej Perusic è risultato positivo al test effettuato ieri, durante i controlli quotidiani cui gli atleti del villaggio sono sottoposti. L'atleta è asintomatico, ma immediatamente sono scattate le misure precauzionali sul resto del team, che aveva già fatto riscontrare una positività nello staff all'arrivo in Giappone.

Secondo gli organizzatori dei Giochi, i casi di positività al Covid sono finora 58 su poco meno di 20 mila persone arrivate a Tokyo, tra atleti e accompagnatori. I primi casi all'interno del villaggio erano stati registrati tra sabato e ieri, con i tre positivi nella delegazione sudafricana, con l'identificazione di 21 «contatti prossimi». Anche una ginnasta della nazionale statunitense che si sta allenando in Giappone, a Inzai, è risultata positiva, riferisce l'agenzia di stampa giapponese Kyodo News, precisando che si tratta «di un'adolescente». Ciò esclude che si tratti della 'stellà del team, la 24enne Simone Biles. Le altre ginnaste di Team Usa sono Jordan Chiles, Sunisa Lee, Grace McCallum, Jade Careye e MyKayla Skinner. Sunisa Lee e Grace McCallum hanno 18 anni.

Letti anti sesso per evitare i contagi da Covid

Incredulo a proposito della notizia sui letti al villaggio olimpico di Tokyo, 2020, fatti di cartone riciclato e realizzati in modo che ci si possa dormire comodamente ma che si rompono se sostengono un peso maggiore di quello indicato, o in caso di movimenti bruschi, e quindi siano anti-sesso (i rapporti faciliterebbero la diffusione del Covid-19), il ginnasta irlandese Rhys McClenaghan ha voluto fare una prova. Così, in un video che ha postato sui social, lo si vede mentre fa balzi e salti sul proprio letto al villaggio, che regge gli urti. «Lo vedete? Non si rompe», esclama McClenaghan, soddisfatto della propria performance. Ora si vedrà che ne pensano il comitato organizzatore di Tokyo 2020 il quale, pur avendo concordato con il Cio di distribuire preservativi agli atleti, ha raccomandato loro di non avere rapporti sessuali durante i Giochi, e per 'scoraggiarlì aveva poi fatto installare i letti di cartone (che sono anche riciclabili e il cui materiale verrà riutilizzato alla fine dei Giochi) nelle varie stanze del Villaggio. Ora però l'esperimento a base di salti del ginnasta irlandese complica i piani anti-sesso, e quindi anti-virus, degli organizzatori dei Giochi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Luglio 2021, 16:36
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