Italia, una spedizione record per un medagliere (si spera) record. Ecco gli azzurri da podio

Italia, una spedizione record per un medagliere (si spera) record

di Gianluca Cordella

dal nostro inviato

TOKYO Una squadra il cui unico limite è il cielo. Che non a caso è azzurro. L’Italia olimpica versione Tokyo 2020 è una delle migliori che la nostra storia a cinque cerchi ricordi. Perfettamente compiuta nel mettere l’uno a fianco all’altro campionissimi all’ultimo ballo che hanno resistito anche al rinvio di un anno sulla tabella di marcia e giovani dal futuro grande, che aspettano il trampolino giapponese per capire se la gloria sia questione di ore o di anni. Quasi scientifica nel pareggiare il numero degli uomini e delle donne in gara, sgretolando ogni precedente record di rappresentanza femminile e totale. Sono 384 e 28 i numeri da tenere a mente. Il primo dà la dimensione del contingente, il secondo ne fissa l’obiettivo. A Rio mancarono giusto un paio di podi per fare cifra tonda. A Tokyo c’è l’ambizione addirittura di sforarla quella quota. E nonostante il presidente del Coni Giovanni Malagò si sia sgolato nelle ultime settimane a ripetere il refrain che i numeri contano, per carità, ma prima di tutto vanno pesati i metalli, esperti e tifosi di ogni latitudine assegnano un trionfo a Italia Team, con stime che vanno da 33 a 40 medaglie. Troppe? Forse sì, forse no. Perché poi la medaglia è davvero, a volte, questione di dettagli. Ma non c’è dubbio che il potenziale da 40 medaglie ci sia. La loro conversione da ipotesi a realtà è semplicemente ciò che anima le Olimpiadi.


UOMINI E DONNE
Se si vorrà dar ragione alle previsioni non si potrà prescindere dal massiccio contributo della scherma, che finalmente ha messo da parte l’assurda rotazione delle armi e in Giappone presenta tutte le prove, sia individuali che a squadre. L’Italia è al via in tutte. Il fioretto è sempre da Dream Team sia tra gli uomini, con Daniele Garozzo oro uscente e Alessio Foconi, campione in pedana e di simpatia, che tra le ragazze, con Alice Volpi, che a Rio tifava solo per il suo Daniele e ora punta a imitarlo, e Arianna Errigo che tra le migliori ci sta da una vita. Ma siamo da medaglia ovunque, anche nella spada e nella sciabola di entrambi i sessi, con gli ultimi assalti di Aldo Montano nella prova a squadre che meriterebbero un podio per chiudere una bellissima storia di sport. E poi c’è la squadra di tiro a volo, talmente generosa con il nostro medagliere che il Coni ha voluto premiarla scegliendo Jessica Rossi come portabandiera. Lei nella fossa olimpica ha già vinto a Rio, con l’ex marito Mauro De Filippis potrebbe far saltare il banco anche nella prova mista. E Mauro, poi, sa vincere anche da solo. Nello skeet ci sono le “mamme terribili” di Rio, Diana Bacosi e Chiara Cainero che hanno visto anche il Covid togliere di mezzo la loro avversaria più pericolosa, la britannica Amber Hill.

Molto ci si aspetta anche dal nuoto dove la concorrenza è molto più numerosa e agguerrita. Di Federica Pellegrini, monumento vivente alla quinta Olimpiade, si dice che la finale sia già un gran risultato. Ma davvero pensate che la Divina avrebbe aspettato un anno a smettere se non fosse stata certa di poter lottare per il podio? Dalla parte anagrafica opposta c’è la verve giovanile di Benny Pilato, rana d’assalto, la bellezza acqua e sapone di Margherita Panziera che nei 200 dorso una medaglia la vuole, la forza di Gabriele Detti sprigionata sui 400. E poi ci sono loro, i cannibali, Gregorio Paltrinieri e Simona Quadarella. Una vigilia con problemi e problemini che ha minato le (nostre) certezze sul loro stato di forma. Greg punta all’accoppiata (se non al tris) vasca e fondo, in misure che vanno dagli 800 metri ai 10 chilometri passando per i 1500. Simona, cuore di Roma, è attesa dall’esame più atteso contro il fenomeno Katie Ledecky: nel suo mirino 800 e 1500. In acqua ci si aspetta molto anche dal canottaggio, poche volte con una formazione così competitiva e completa.


TATAMI
Occhio al tatami. Dal taekwondo al judo, dal karate che debutta nella terra dei maestri alla lotta. In ordine di citazione le chance di medaglia sono Vito Dell’Aquila, Simone Alessio, Odette Giuffrida, Fabio Basile, Luigi Busà, Viviana Bottaro e Frank Chamizo. Ma non ci sono solo loro, eh. Se la squadra degli sport da contatto è agguerrita (e Irma Testa nella boxe che qualifica solo donne?), altrettanto lo sono le squadre tout court. Il volley ha chance sia al maschile che al femminile, il Settebello di pallanuoto è campione del mondo, il basket che ha demolito la Serbia a casa sua può far saltare un banco di bronzo. Magari con un tifoso doc in tribuna con la medaglia al collo come Gimbo Tamberi che può ridare un podio all’atletica. Che culla anche la pazza idea Marcell Jacobs. La favola di Vanessa Ferrari nella ginnastica. E il ciclismo? Carte vincenti ovunque. Vincenzo Nibali, Elia Viviani, Filippo Ganna, Letizia Paternoster. Scegliete voi. E poi ci sono i nuovi, in tutti i sensi. Leonardo Fioravanti per la prima del surf, Laura Rogora per il debutto dell’arrampicata. Poi quelli che non ti aspetti. Nei 40 podi c’è posto (quasi) per tutti.

 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Luglio 2021, 13:00
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