Jacobs, la mamma: «Mi ha detto: so cosa devo fare e si è preso il mondo»

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di Claudia Guasco

dal nostro inviato
MANERBA DEL GARDA (Brescia) Il figlio del vento viene da un paese, Desenzano del Garda, dove le brezze sono la specialità locale. È nato a El Paso, negli Stati Uniti, da papà americano eppure il suo inglese è così e così, «a scuola strappava un sei», racconta la mamma. Ciò che ha fatto a Tokyo è il risultato di abnegazione, duro lavoro e anche di una sorta di pacificazione con se stesso e le proprie origini. Bisogna regolare i conti con il passato per guardare al futuro con mente sgombra. E finalmente eccolo qui Jacobs, che si fa chiamare Marcell ma il suo primo nome è Lamont, come il padre militare con cui non ha mai avuto contatti fino a 13 anni «perché non avevamo niente da dirci» e adesso lo incoraggia con un messaggio prima delle batterie. La madre Viviana Masini gli ha parlato tra la semifinale e la finale. Le ha detto: «Non ti preoccupare mamma, so cosa devo fare. Vado».

Determinato

In quel momento lei ha capito che mettere le bottiglie in frigo per il brindisi era un gesto previdente, non una sfida alla sorte. Che ha comunque contrastato accendendo preziosi incensi dono del figlio. «Il giorno prima sembrava teso, bloccato, pareva di ghiaccio. Alla vigilia della gara decisiva, invece, era molto più rilassato, con quell'aria di sfida un po' da presa in giro, sta' a vedere che scherzetto ti combino. Quando l'hanno inquadrato ai blocchi di partenza era molto concentrato e determinato, le sensazioni erano positive». E Marcell è corso a prendersi l'oro. All'Hotel Florence di Manerba gestito da Viviava è festa grande, ci sono il fratello, i nipoti, gli amici, il Franciacorta e la torta al cioccolato. È l'ora del successo e del riscatto. «Quella di Marcell è stata un vita di grande sacrificio. È nato quando io avevo 18 anni e il papà 20, ci siamo dovuti trasferire in America, poi il padre è stato mandato in Corea quando Marcell aveva un anno, gli ho dovuto fare da padre e madre, ha avuto anche problemi fisici da piccolo. Finalmente può godersi la vita dopo tutti i sacrifici, ha davvero conquistato il mondo. Vedo il nuovo Usain Bolt».

Il clic è arrivato nell'ultimo anno, riflette la mamma. Prima la testa e il cuore, poi i risultati in pista. «Doveva fare un mese di ritiro a Tenerife e abbiamo deciso di andare tutti. Io, i fratelli, la compagna Nicole e i bambini. Avere con sé la famiglia gli ha dato tantissimo, è tornato con una grande carica. Sono cambiati i suoi progetti, è stato un crescendo. Gli europei, il record italiano, la medaglia a Tokyo». Periodi belli, altri meno ma come dicono qui nel bresciano «mola mia», non mollare. Ad aprile 2020, durante il lockdown più cupo, non ha perso un giorno di allenamento, correndo sui novanta metri di rettilineo di tartan che un atleta master, il commercialista Alberto Papa, si è costruito nel giardino di casa dietro l'angolo dell'albergo di Viviana Masini. E ancora, riavvolgendo il gomitolo del tempo, gli infortuni «sempre risolti con tenacia», riflette la mamma, i record con il salto in lungo, i debutti sportivi a dieci anni con il calcio e il basket e poi l'avvicinamento all'atletica sulla pista di Desenzano con il tecnico Gianni Lombardi, storico organizzatore del meeting Multistars. «Su questo tracciato ha fatto i primi scatti della sua vita», dice un po' commosso il sindaco Guido Malinverno. «Marcell è una persona umilissima e dolcissima. Non è mai cambiato nonostante i risultati importanti che ha ottenuto. Questa medaglia d'oro è un premio alla sua tenacia».

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A Roma

Il pregio di Marcell? «La bontà», assicura la madre. Il suo difetto? «Sempre la bontà, tante volte non riesce a dire di no». Il primo impatto può essere faticoso, «quando lo conosci sembra una persona chiusa, poi si lascia andare ed è un amico sincero e disponibile. Era così anche da piccolo, sempre dalla parte dei più deboli. Ora è un papà premuroso con i suoi tre figli, pur di vederli viaggia di notte». Da tre anni, trascorre parte dell'anno a Roma, nel quartiere Fleming, a un passo dall'Acqua Acetosa. Il suo impatto con la Capitale è stato difficile, oggi la adora, tanto da essersi tatuato il Colosseo. Ieri Nicole ha annunciato che il 17 settembre si sposeranno. Insomma, c'è ancora tanto da fare. Il nonno lo chiamava Motoretta, perché non stava mai fermo. E da allora di strada ne ha fatta tanta.

 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Agosto 2021, 11:54
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