Il buon senso. Forse lo stiamo perdendo davvero, indifferenti e cinici dentro voglie di protagonismo, smanie di egocentrismo, dentro le nostre care piccole bolle ben chiuse sul mondo. Quel buon senso che ha perso anche l’America con i fatti di Capitol Hill, la politica italiana con la folle crisi di Governo, il nostro caro calcio, nel suo piccolo mondo dorato, con l’ammonizione di ieri a Mattia Zaccagni. Un fatto minimo, eppure, così significativo nel suo assurdo realismo.
Ieri il Verona ha battuto il Napoli in casa 3-1 e il terzo gol, al 79’ , lo segna proprio Zaccagni. Lui corre felice a esultare, mostra pudico ai fotografi e alle telecamere la maglietta sotto la casacca scaligera. C’è scritto “Auguri babbo”. Un gesto tenerissimo, per festeggiare il compleanno del papà, che strappa sorrisi, che ci ricorda che siamo fatti di azioni belle, di sentimenti, mica solo di cinismo e regole border line. Appunto, le regole. L’arbitro, il signor Michele Fabbri da Ravenna, ammonisce Zaccagni per aver mostrato la maglietta. Certo, ha applicato il regolamento alla lettera. Certo, è un fischietto attento e integerrimo. Ma come avremmo voluto che ieri il signor Fabbri da Ravenna avesse fatto orecchie da mercante, avesse fatto finta di non vedere la maglietta.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Gennaio 2021, 00:30
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