Roma, il Viminale: "Partite a rischio di
giorno, se necessario anche porte chiuse"
di Piergiorgio Bruni
Innegabilmente si respira un'atmosfera molto pesante. E comunque, non soltanto nella Capitale. La parola d'ordine, mai come stavolta, è tolleranza zero. Potenzialmente, ogni match di calcio che si disputa all'Olimpico è un'incognita. L'unica certezza rimane il danno per i tifosi, non incentivati ad abbonarsi, e la conseguente mancanza d'introiti per le società. Senza dimenticare le pay-tv, costrette a navigare a vista nel mare delle programmazioni.
E poi, come ha voluto ricordare l'ex Prefetto Achille Serra: «Da molto tempo all'interno dello stadio non si verificano incidenti. Fuori sì, ma è un altro discorso».
Intanto, domani si capirà qualcosa in più. È prevista, infatti, una riunione dell'Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive. Un incontro che ratificherà la nomina a presidente di Alberto Intini e pianificherà le “strategie” per la prossima stagione.
L'orientamento che trapela, tuttavia, è abbastanza evidente: le cosiddette “partite a rischio” sono note e le conseguenti precauzioni da prendere ben chiare. Di sicuro la strada da affrontare è piena d'ostacoli e ricca di rischi. Ciò nonostante, una certa intransigenza rischia di incrementare confusione e malcontento. E la storia recente, ad esempio nel periodo in cui Francesco Tagliente era Questore di Roma, invece, rivela altro. Racconta di un dialogo con le tifoserie e un lavoro sinergico fra le parti che allentato le tensioni e condotto a risultati.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Luglio 2014, 12:18
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