Vialli, il tumore al pancreas tra i più aggressivi. Il dottore che l'ha operato: «Il primo sintomo è l'ittero»

L'ingiallimento di pelle e occhi può aiutare a capire che si ha il cancro. «Non è vero che il tumore progredisce più lentamente se l’età del malato è più alta», dice il medico

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Gianluca Vialli è entrato a far parte del 97% di persone morte a causa del tumore al pancreas entro 10 anni. Una malattia killer come poche altre. Secondo il dottore che l'ha operato, Alessandro Zerbi, il primo sintomo della malattia «è l'ittero». Ed è così che l'ex calciatore ha scoperto di avere il cancro. 

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Cosa è l'ittero

Si tratta dell’ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi. L’Istituto Superiore di Sanità, tuttavia, avverte che qualsiasi malattia che interferisca con il trasporto della bilirubina dal sangue al fegato e con la sua eliminazione può causarlo. Altri segni? Feci chiare e urine scure.

I fattori di rischio

 

«L'intervento di Vialli era andato bene - continua il chirurgo nell'intervista a Il Giornale - Consiste nell'asportazione del duodeno e della testa del pancreas. È estremamente complessa». Perché «può dare infezioni, emorragie e fistole nelle prime settimane dopo l’intervento. La convalescenza non è rapidissima, ci vogliono alcune settimane». I fattori di rischio, spiega Zerbi, sono «il fumo, il sovrappeso, un’alimentazione ricca di grassi e povera di fibre e uno stile di vita sedentario. Anche la familiarità definita come avere due casi di parenti stretti che si sono ammalati di questo tumore». 

 

Il dottore sfata anche una leggenda metropolitana molto comune: «Non è vero che il tumore progredisce più lentamente se l’età del malato è più alta.

Ogni tumore progredisce più velocemente o più lentamente a seconda di quanto è aggressivo. E quello al pancreas è un tumore molto aggressivo dal punto di vista biologico. Tanto che ha una prognosi mediamente peggiore degli altri».

Altri sintomi

Oltre all’ittero, gli altri sintomi del tumore al pancreas sono una pancreatite, ovvero un’infiammazione che dà dolori fortissimi. E un diabete improvviso, che di solito è sintomo di uno stadio precoce della malattia. Uno screening «purtroppo non c’è. Solo nel 10% dei casi, ovvero i pazienti che hanno familiarità con la malattia perché hanno avuto due parenti malati. Si possono fare controlli periodici: una risonanza magnetica all’anno per tenere sotto controllo la situazione. Solo nel 20-30% dei casi i pazienti se ne accorgono in tempo». In questi casi l’intervento più comune è «l’asportazione del pancreas. Altrimenti si ricorre a chemioterapia o altre cure e radioterapia. Dopo 5 anni dall’intervento sopravvive il 20/30 per cento dei pazienti poiché c’è un alto rischio di metastasi o recidiva: purtroppo è quello che è successo a Vialli».


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 23:22

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