Van Gaal, picconate al calcio italiano: «Pirlo un rischio, Conte emotivo e Ibra non ha l'età per fare grande il Milan»

Van Gaal, picconate al calcio italiano: «Pirlo un rischio, Conte emotivo e Ibra non ha l'età per fare grande il Milan»

di Fabrizio Ponciroli
Van Gaal ha fatto la storia del calcio. Da circa tre anni ha smesso di allenare ma segue le vicende calcistiche con grande attenzione. Insignito del Premio Fair Play, si è soffermato sulla Serie A che sta per iniziare.

Van Gaal, la Juventus si presenta al via con il giovane Andrea Pirlo.
«E’ stato un grandissimo calciatore ma non è detto che sia destinato a diventare un grandissimo allenatore. In Olanda si dice: ‘Se sei un buon cavallo, non sei un buon fantino’. Dubito delle sue qualità come tecnico perché non ha mai allenato e ha imparato tutto quello che sa da calciatore».

Nella Juventus giocano De Ligt e forse arriverà Suarez.
«De Ligt sta avendo la possibilità di migliorare molto grazie a Chiellini e Bonucci. Suarez? Al Barcellona ormai pensava solo ad attaccare, come Messi. Alla Juventus ripartirebbe da zero, anche se ha 33 anni».

L’Inter ha riconfermato Antonio Conte. Le piace come allenatore?
«Mi piace la sua capacità di trasmettere le sue idee ai giocatori ma è troppo emotivo durante la partita. Si perde lucidità quando si è troppo emotivi».

C’è un allenatore italiano di oggi che l’ha stupita?
«Gasperini. Non lo conosco ma gioca come piace a me. I suoi giocatori sanno perfettamente cosa fare in campo».

Il Milan ha deciso di continuare con Ibrahimovic.
«Parliamo di un’eccezione. Mi chiedo se con un giocatore di 39 anni si possa vincere… Non lo so, mi sembra difficile».

Lei ha perso la finale di Champions League del 2010 contro l’Inter di Mourinho.
«E’ stato frustrante, anche perché Mourinho è stato mio assistente al Barcellona. Hanno superato cinque volte la metà campo ma hanno fatto due gol. Ho imparato molto da quella sconfitta. Mi sono evoluto come allenatore e ho cambiato alcune mie idee».

Ha però vinto la Champions League contro il Milan. 
«Capello, insieme a Sacchi, è l’allenatore più simile a me. E’ stata una delle grandi soddisfazioni della mia carriera. Abbiamo vinto con un gruppo giovanissimo contro un grande Milan». 

Ha mai la tentazione di tornare?
«La tentazione c’è, ad esempio per guidare la nazionale olandese». 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Settembre 2020, 08:46

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