L'unica luce a San Siro l'accende capitan Totti

L'unica luce a San Siro l'accende capitan Totti

di Alessandro Angeloni
Lo stadio Meazza in San Siro, una volta, era il suo stadio. Qui ha preso applausi e non dei parenti arrivati a Milano per fare la claque, ma dei tifosi avversari, che nel tempo hanno apprezzato e onorato il nemico. Standing ovation. Francesco Totti sta per finire la carriera, perché ha trentotto anni e mezzo, quasi trentanove, perché la sua Roma lo sta pian piano accantonando per sopraggiunti limiti di età e/o per una (presunta) inutilità manifesta. Detta così, uno penserà: al suo posto c'è l'oro, cioè qualcuno più bello, bravo e funzionale di lui, uno capace di spaccare le porte e illuminare come ha fatto il numero 10 nella sua ventennale carriera. No, non è proprio così: al suo posto, Garcia sta scegliendo via via gente come Doumbia, come Ibarbo, perché il calcio della nuova Roma è fatto di forza fisica, di presenza in area di rigore e nella ricerca del contropiede dopo una difesa a oltranza. Quindi, Totti è un po' come il vecchietto, quello del "dove lo metto?". Lui non corre e non regge i ritmi moderni, filtra da più parti. Come se la Roma invece avesse un ritmo alla Bercellona e come se questo Milan fosse il Bayern di Guardiola. Non è così. E' solo il tempo che passa, corre e rincorre i sogni, Totti evidentemente non fa più sognare, ma i suoi compagni non lo sostituiscono come dovrebbero. Ed eccolo che a San Siro, il suo stadio, dove ha segnato in carriera otto gol al Milan (undici in totale), entra dopo che la sua Roma ha incassato la seconda rete. La mossa della disperazione, il richiamo al capitano di mille battaglie proprio nel momento del bisogno. Ma non basta: Francesco entra e segna "solo" il rigore del 2-1, quello della speranza. Poi, niente altro. Solo ricordi, splendide sensazioni ormai andate, delle tre doppiette al Milan e delle tante vittorie nelle epoche firmate da Spalletti e Ranieri. La Roma oggi è una squadra mediocre, che rischia di far affogare nella mediocrità il più grande calciatore della sua storia, sicuramente non vincente ma dignitosa. Totti saprà quando lasciare spazio al passato, la Roma dovrà accompagnare dignitosamente la parabola discendente di un campione. Comprando altri Totti o simili. Non così.
Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Maggio 2015, 20:56

© RIPRODUZIONE RISERVATA