Tottenham-Liverpool, un derby inglese per assegnare la Champions

Tottenham-Liverpool, un derby inglese per assegnare la Champions
Sarà il settimo derby in una finale Champions ma anche il pragmatismo di Pochettino contro l'anticonformismo di Klopp. Tottenham-Liverpool, di scena domani sera al Wanda Metropolitano di Madrid non è solo la finale dell'edizione n.63 della Champions League. È anche tanto altro, oltre che un derby tutto made in England. Da un lato gli Spurs, per la prima volta finalisti del torneo, dall'altro i Reds alla loro nona volta, la seconda consecutiva, dopo aver portato a casa cinque trofei. Ma è anche la sfida tra due insuperabili perdenti (Klopp ha perso sei finali in carriera, tra cui due Champions), ma anche bravi se non bravissimi e non a caso appetiti da tanti altri top club europei.

Un'etichetta che Klopp disdegna: «Non sono un perdente, semmai sono il re delle semifinali», risponde con una battuta in conferenza scegliendo la strada dell'ironia per stemperare l'attesa. «Non penso di aver avuto sfortuna nella mia carriera e domani non ci sono favoriti. Ogni finale è diversa. Se sapessi il perchè delle finali perse ci sarebbe da preoccuparsi. L'anno scorso abbiamo perso per cose incredibili (le papere di Karius, ndr). È vero che non siamo mai stati dalla parte della fortuna, ma per essere fortunati bisogna lavorare e io non penso di avere avuto una sfortunata carriera. Quella di domani è la partita più importante del mondo», ha detto Klopp aggiungendo che tra lui e il Liverpool c'è «una grande storia d'amore» e che Firmino «è pronto e in perfetta forma».

Chi non si sbilancia è invece Mauricio Pochettino che non scioglie le riserve su Harry Kane: «Abbiamo la rosa al completo ma non so se gioca - taglia corto - decideremo dopo l'ultimo allenamento. Sono decisioni difficili da prendere, ma fanno parte del mio lavoro e devo tenere a mente l'obiettivo principale che è la vittoria». «Noi e il Liverpool ci conosciamo benissimo, entrambi vogliamo vincere. Loro sono la migliore squadra inglese con il City, hanno rischiato di vincere la Premier e un anno fa hanno giocato un'altra finale. Klopp poi è un tecnico fantastico. La cosa più importante domani è essere liberi di giocare come quando sei un bambino di 7-8 anni. Ecco, quella sarà la chiave, non pensare che ci c'è un miliardo di persone che ti sta guardando. E comunque - conclude - la mia squadra è cresciuta molto dall'inizio della stagione e ha dimostrato che nel calcio, se hai fiducia, ottieni i risultati».

La statistica intanto dice che quella di domani - in una Madrid blindata, con tanto di sistemi anti-drone e ben 4.700 agenti a presidiare la sicurezza nella capitale - sarà la seconda finale inglese, la settima tra due squadre dello stesso Paese. Tutti si aspettano una gara spettacolare visto che i due club sono arrivati all'ultimo atto dopo le incredibili rimonte contro Barcellona e Ajax in semifinale dove Reds e Spurs hanno fatto vedere grandi cose: gioco, intensità, tenuta e soprattutto tanti, tanti gol.
Da una parte il trio delle meraviglie (Sanè, Firmino, Salah), dall'altra l'attacco fantasia (Dele Alli, Eriksen, Lucas) con Pochettino che deve decidere se scommettere o meno su Kane, l'uomo che da solo può decidere le sorti Champions. Ma il tecnico argentino sa di poter contare sul rinato Lucas Moura, il brasiliano che con la sua tripletta ha sbancato Amsterdam. Qualche problema in meno per i Reds che recuperano Firmino ma quasi sicuramente dovranno fare a meno di Naby Keita.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Maggio 2019, 20:25

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