Delirio per Tevez al Boca, tra i tifosi
in festa c'è anche Maradona
di Marco Zorzo
Insomma, una festa annunciata? Beh, mica tanto: il rientro dell'Apache al club del suo cuore dopo 11 anni è stato macchiato dal furto del cibo donato dai tifosi, come richiesto dal numero 10 al posto del pagamento del biglietto. Alimenti che sarebbero andati a una mensa di “Fuerte Apache”, l'umile quartiere dov'è nato l'attaccante e che si trova alla periferia di Buenos Aires.
Carlitos è la felicità fatta persona. Bacia il campo, saluta il suo popolo, ringrazia Diego Maradona per lo striscione che gli ha dedicato. E ha un pensiero dolce ancora per la Juve e la serie A: «In Italia negli ultimi due anni sono cresciuto moltissimo, non solo come giocatore, ma anche come punto di riferimento nello spogliatoio. Torno nel momento migliore della mia carriera: davvero mi sento così. Meno male che non sono tornato a 26 o 27 anni, perché ero grasso e non al massimo, lo sanno tutti... Se prometto di battere il River? Beh, non si può promettere, tanto vinciamo sempre... Questo è uno dei giorni più felici della mia vita. Sono di nuovo a casa. Vengo alla Bombonera da quando avevo 13 anni. Il mondo Boca mi ha divorato da quando avevo 20 anni, prima era tutto più difficile. A 31 anni non è lo stesso che a venti, e io venivo dal niente».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Luglio 2015, 10:20
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