Superlega, il presidente del Miami FC Riccardo Silva: «Quando la Fifa appoggiò l'anomalia della MLS negli Usa spianò la strada. E ora paga»

Superlega, il presidente del Miami FC Riccardo Silva: «Quando la Fifa appoggiò l'anomalia della MLS negli Usa spianò la strada. E ora paga»

di Marco Lobasso

Un terremoto annunciato. Il calcio europeo è andato in frantumi sotto i colpi di piccone di 12 grandi club che hanno dato vita alla Superlega del futuro, ma i segnali e i rischi di questa gigantesca frattura tra società sportive miliardarie, Uefa e Fifa c’erano tutti. Lo aveva previsto Riccardo Silva, manager italiano, maxi esperto dei diritti televisivi e presidente della squadra di calcio Miami FC. Proprio lui aveva portato nel 2020 la Fifa fino al Tribunale sportivo internazionale di Losanna per dimostrare quanto anti-sportiva fosse la MLS, la massima lega del soccer americano che non rispetta le regole valide nel resto del mondo non prevedendo promozioni e retrocessioni. Ma il Tas gli ha dato torto, con la Fifa che avvalorava così la MLS privata, commettendo un clamoroso autogol che ha aperto un clamoroso varco legale proprio in favore della superlega europea.

SuperLega, l'ex presidente Juve Cobolli Gigli frena: «Progetto inattuabile, almeno per ora»

 


La Superlega assomiglia incredibilmente alla MLS americana. L’inizio della fine per il calcio europeo?
«Un colpo durissimo. In questa sfida con i 12 grandi club europei, Fifa e Uefa si presentano con le armi spuntate proprio da quella sentenza del Tas contro il Miami FC. Hanno legittimato che per anni esistesse in America una Lega privata, chiusa, e senza regole sportive. E ora vogliono fare la guerra alla Superlega europea. Non sono credibili. A livello giuridico sono già perdenti, sarà molto complicato poter fermare la nascita di questo torneo».


Non è un caso, quindi, che 5 club su 12 siano di proprietà americana: Liverpool, Arsenal, Tottenham, Manchester United e Milan.
«Non lo è. Questi club sono forti delle decisioni passate prese dal Tas verso la MLS, poi la crisi del Covid che ha messo in ginocchio le società ha dato una accelerata al loro progetto. In più, sembra esserci un ottimo vantaggio economico, con il finanziamento di una grande banca come JP Morgan».


Senza retrocessioni scompare il merito sportivo.
«Un assurdo.

Stanno cancellando il principio su cui si basa il calcio nel mondo: la meritocrazia dei valori sportivi. Negli Usa, le decisioni del Tas e della Fifa hanno danneggiato centinaia di club. E in Europa saranno migliaia gli scontenti».


E’ deluso dal comportamento del presidente Fifa Gianni Infantino?
«La Fifa con il Miami ha detto delle cose, poi di fatto ne ha fatte altre. Sono confuso oltre che deluso. Resta evidente che la storia della MLS non ha insegnato nulla alle istituzioni internazionali. Adesso sarà molto difficile uscirne fuori, complicato sanzionare club e giocatori quando c’è una sentenza al Tas che in pratica dice il contrario».


Negli Stati Uniti c’è il sistema NBA che ricorda molto quello della Superlega europea.
«In realtà sono due sport diversi, sbagliato paragonarli tra loro. E sotto la lega NBA negli Usa c’è il sistema delle università che funziona molto bene. La Superlega, invece, non avrebbe nulla di tutto questo: c’è solo un torneo senza qualificazione sul campo».


L’impatto con il mondo dei tifosi non è stato dei migliori. Tante critiche e scetticismo.
«Lo capisco. Questo tipo di evento nasce contro il vero spirito del calcio, che ha le sue regole, le sue tradizioni e che ci accomuna. Acquisire il diritto a partecipare alla Superlega senza averlo conquistato sul campo è contro le leggi di questo sport. Tutti devono avere le stesse possibilità e credo che queste cose i tifosi le capiscano bene, per questo non sono contenti. Pensate ai Mondiali di calcio e pensate se avessero le regole della Superlega europea che disastro sarebbe; nazioni qualificate per blasone e non per criteri sportivi. Una follia».


Per non parlare dei tantissimi club di medio-alto livello in Europa esclusi.
«L’amarezza di questi club europei è anche la mia. Con il mio Miami ho vissuto situazioni analoghe. Un disagio assurdo. I valori sportivi dei club non sono considerati. Noi abbiamo battuto in Coppa tante grandi squadre della MLS, ma senza mai possibilità di promozione. Non è servito a nulla».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Aprile 2021, 08:14

© RIPRODUZIONE RISERVATA