Lo era di certo Totti che con il secondo Spalletti ha vissuto la parte più amara della sua carriera. Quella che in teoria doveva essere la più dolce visto che stava per concludere una storia d’amore lunga 25 anni. Ilary nel settembre 2016 per difendere suo marito lo attaccò sui social chiamandolo “piccolo uomo” e il tecnico replicò con ironia mostrando il giorno dopo il 45 giri di Mia Martini. Spalletti ha fatto di tutto per rovinare la festa a Totti e nell’ultima sfida al Genoa gli 80 mila dell’Olimpico hanno fatto capire di non aver gradito. «Fa sempre casino coi leader. È un ottimo tecnico che fa fatica a condividere la prima persona con i top player», ha sentenziato Marino (ex ds dell’Udinese ai tempi di Spalletti). È lungo, in effetti, l’elenco dei grandi calciatori che si sono dovuti scontrare con l’ego di Luciano. Allo Zenit non furono pochi i problemi con Hulk, stella brasiliana finita oggi in Cina.
«È una persona poco trasparente», fu l’attacco invece di Rosina proprio mentre militava nel club di San Pietroburgo.
Un creatore di tempeste Spalletti lo è stato pure all’Inter. Il caso più eclatante è rappresentato da Icardi al quale fu prima tolta la fascia da capitano e poi il posto nella rosa nerazzurra con effetti devastanti sul rendimento del club. Altro giocatore rinato sotto l’effetto Conte e tramortito dall’arrivo di Spalletti è stato Candreva. Dopo una sconfitta col Torino la fidanzata del centrocampista twittò così all’indirizzo di Spalletti: «Ti sta bene!». Il quarto posto arrivò comunque grazie al gol di Nainggolan che dopo un’annata storta all’Inter oggi sembra rinato al Cagliari. Spalletti poteva farlo al Milan, ma ha rifiutato. Eppure da quelle parti di top player non ce ne sono.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Dicembre 2019, 13:46
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