Roma suona l'allarme: è vietato sciogliere le righe

Roma suona l'allarme: è vietato sciogliere le righe

di Stefano Carina

L’allarme è suonato. La resa in campionato della Roma preoccupa in vista dell’andata della semifinale contro il Manchester United, prevista (a meno di rinvii dovuti alla querelle per la Superlega) il 29 di questo mese. Spegnere il motore e poi riaccenderlo di colpo nei due match ravvicinati con i Red Devils potrebbe infatti rivelarsi più complicato del previsto. E soprattutto non scontato. Di certo, il ko di domenica è preoccupante. Attualmente la Roma è settima. La rincorsa ad un posto in Champions, agganciando il quarto posto, è ormai diventata una chimera. 

LA CADUTA
Nelle ultime settimane, però, con 4 punti in 5 gare, Fonseca è riuscito a complicarsi la vita anche nella rincorsa alla sesta piazza, che eviterebbe lo scivolamento nella serie C europea, rappresentata dalla Conference League (dove i giallorossi dovrebbero comunque disputare il playoff d’ingresso). La Lazio, infatti, è lontana 4 punti ma ha una gara da recuperare (con il Torino). Vincendola balzerebbe a +7. Ancora una volta, nel torneo principe che dovrebbe rappresentare la stella polare della stagione, la caduta della Roma è netta, verticale, senza paracadute. Per il secondo anno consecutivo il campionato a Trigoria si conclude con largo anticipo. Un anno fa alla trentesima giornata, dopo le 3 sconfitte nelle prime 4 gare post-lockdown (con la squadra quinta a -15 dal quarto posto). Quest’anno alla trentunesima: dopo l’1-3 contro il Torino, Paulo è settimo a -8 dalla Juventus, quarta.

TURNOVER ECCESSIVO 
Che il gruppo soffri le gare infrasettimanali ormai non è più una novità. Sono i numeri a confermarlo: addirittura 21 i punti persi sui 36 disponibili. Quello che sorprende, però, è che altrove quello che per la Roma è un tracollo si trasformi in qualcosa di certamente più mitigato.

Dato esemplificativo: delle altre contendenti per il successo finale nella competizione europea che hanno giocato come i giallorossi giovedì e poi domenica, tre hanno vinto e una ha pareggiato. Successi per il Manchester United (3-1 con il Burnley), l’Ajax che si è aggiudicato la finale di coppa d’Olanda contro il Venlo (2-1) e il Villarreal (5-1 in trasferta sul Levante). Soltanto l’Arsenal ha steccato, non andando oltre l’1-1 con il Fulham.

ATTEGGIAMENTO
Risultati ma non solo. Quello che non ha convinto domenica, oltre all’atteggiamento della squadra, è il turnover drastico operato dal tecnico. Otto elementi diversi rispetto al match con gli olandesi: decisamente troppi. Non volendo considerare il portiere e limitandosi ai giocatori di movimento, i 7 volti nuovi tra Ajax e Torino non hanno eguali con le altre avversarie in coppa. Che hanno effettuato certamente qualche avvicendamento ma più limitato: 4 le sostituzioni operate dal via dallo United, dal Villarreal e dall’Arsenal, appena 2 per l’Ajax (di cui uno obbligato per il ko di Kleiber). Presentare contro la squadra di Nicola una catena di destra Fazio-Reynolds-Carles Perez, è sembrato volersi consegnare in partenza, facendo riscoprire per un pomeriggio al 34enne Ansaldi una seconda e insperata giovinezza. Motivazioni (Pedro ormai sembra con la testa altrove), scadimento atletico, fatica, infortuni: la stagione rimane aggrappata disperatamente alle due partite con il Manchester United. Vincere l’Europa League significherebbe infatti avere la garanzia di partecipare alla prossima edizione della Champions. È insomma, la scorciatoia per arrivare dove non è stato possibile con il campionato. Per tentare l’impresa, però, bisognerà riattaccare quanto prima la spina. Già giovedì contro l’Atalanta serve una prova d’orgoglio, una reazione. Per non trasformare le ultime 7 gare di campionato in un supplizio. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Aprile 2021, 11:17

© RIPRODUZIONE RISERVATA