Roma-Siviglia, Rizzitelli: «Nessuno come Mourinho sa gestire una finale». Intervista nell'inserto di Leggo

L'ex attaccante della Roma, autore del gol all'Inter nella finale di ritorno della Coppa Uefa del 1991 (vinta dai nerazzurri), parla della partita di Budapest

Roma-Siviglia, Rizzitelli: «Nessuno come Mourinho sa gestire una finale». Intervista nell'inserto di Leggo

di Francesco Balzani

Rizzi-gol. Anche se il più importante (di gol) è valso solo tanti rimpianti e un fegato grosso. Ruggiero Rizzitelli segnò in una finale di coppa Uefa (all’epoca si chiamava così) contro l’Inter nel 1991. L’ultima europea prima di quella di Tirana dello scorso anno. La Roma vinse 1-0 ma non bastò per ribaltare il 2-0 di San Siro tra polemiche arbitrali, pali clamorosi e il ricordo commosso di Dino Viola. Oggi Rizzi soffre come allora e rivede nella squadra di Mourinho tanti pregi della sua Roma di un tempo. 


Iniziamo da quel gol, l’ultimo in una finale di coppa Uefa della Roma. 
«Assolutamente, avevamo dominato quel torneo vincendo quasi tutte le partite. Ce lo sentivamo nostro e volevamo regalare una grande gioia ai tifosi e al presidente Viola che era appena venuto a mancare. Nonostante il 2-0 per l’Inter all’andata e quell’arbitraggio vergognoso eravamo convinti di poterla ribaltare all’Olimpico. Siamo stati superiori in tutto in quella partita. Ho colpito il palo dopo 10’, poteva cambiare tutto. Nonostante tutto quella coppa è rimasta in quello stadio». 

Questo articolo fa parte dell'inserto di Leggo su Roma-Siviglia che verrà distribuito mercoledì 31 maggio allo stadio Olimpico a partire dalle 18.30


Ci sono tante similitudini tra la sua Roma e questa.
«Sono due squadre molto simili, che vanno oltre i limiti e che sanno soffrire. Hanno un qualcosa che le accomuna nell’animo e nel cuore. Mourinho non ha la squadra da finale visti tutti gli infortuni che sono capitati nella parte più calda della stagione. E’ un miracolo il fatto che la Roma sia a Budapest, Eppure qualcuno lo critica Sono gli addetti ai salotti, tra cui molti miei ex colleghi. Noto che hanno una frustrazione fuori dal normale o forse lo fanno solo per farsi pubblicità». 

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Dicono sia fortunato. 
«Ma la fortuna serve sempre, e poi te la devi cercare mica casca dal cielo». 


Da una parte c’è il re di coppe (Mou) dall’altra la regina di coppe che è il Siviglia. Chi arriva favorito? 
«Se parliamo di qualità tecniche e di palleggio è favorito il Siviglia, ma questo non vuol dire nulla.

Anche la Fiorentina in coppa Italia con l’Inter ha giocato meglio. Serve equilibrio e la Roma ne ha di più degli spagnoli grazie a Mourinho. Lui sa come dosare la tensione e l’adrenalina dei giocatori in una finale». 


La Roma arriva in finale ma è sesta in campionato, il Siviglia addirittura nono. E anche la sua Roma nel ’91 andò meglio nelle coppe. Cosa serve per andare bene su tre fronti? 
«Serve avere 25-30 giocatori di livello che possano intercambiarsi nei vari tornei. Oggi in Europa solo il City lo ha potuto fare. Mi sembra ovvio che non si può arrivare in fondo a due-tre competizioni se non hai questo requisito».


Ultima domanda: meglio Dybala non al 100% o un altro giocatore in forma? 
«Farlo giocare subito sarebbe un problema. Se si fa male rischi di mandare in depressione la squadra. Lo rischierei nel secondo tempo se le cose non dovessero essere perfette. Quando vedi che entra un campione così mandi in bambola gli avversari come avveniva con Totti negli ultimi anni». 


L’anno scorso era a Tirana, quest’anno andrà a Budapest? 
«I riti non si interrompono. Ma ora non mi ci far pensare, già non dormo la notte. Incrociamo le dita»


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Maggio 2023, 06:00

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