«Roma, è il punto più basso della storia»

«Roma, è il punto più basso della storia»

di Francesco Balzani e Piergiorgio Bruni
ROMA - Una sconfitta così ha scosso tutti, pure i tifosi Vip. Da Carlo Verdone a Massimo Battista, passando per Massimo Ghini, Ilenia Pastorelli e Marco Conidi nessuno ha risparmiato critiche a società e squadra per l’imbarazzante 7-1 di Firenze che rappresenta secondo tutti «il punto più basso mai toccato nella storia romanista».
Non una mezzi termini Verdone: «Volevo tirare una sedia al televisore. Al terzo gol ho iniziato a vedere la partita con estremo distacco, ero con Enrico Vanzina che dopo il 4-1 si è alzato e se ne è andato via senza nemmeno salutare». Di chi la colpa di questo tracollo? «Voglio bene a Di Francesco ma non riesce a formare il gruppo, la squadra non può esser così bipolare. C’è una spaccatura nello spogliatoio tra anziani e giovani, è evidente, solo un cretino direbbe di no. Ma le colpe partono da lontano: con i giocatori ceduti saremmo tra i primi tre in Europa invece sono arrivati giocatori come Bianda, Pastore e Nzonzi. Se non si sbrigano a dargli un ok per lo stadio, Pallotta sarà sempre così: penserà alle plusvalenze».
Attonito pure Maurizio Battista, uno che di solito riesce sempre a trovare un motivo per sorridere: «Quando ho visto il 7-1 ho pensato ad un errore di grafica, ma poi c’ho pensato bene e avevo visto la partita. Ma non ci volevo credere. Si stava meglio quando si stava peggio...». «Colpe? Una percentuale di responsabilità ce l’avrà pure Di Francesco, ma soprattutto i giocatori che sono un po’ mediocri, un po’ fuori forma, un po’ distratti e un po’ tante altre cose... Abbiamo toccato il fondo, e non pensavo visto pure quello che era successo con l’Atalanta». Pure l’attrice Ilenia Pastorelli si dice «una tifosa delusa che non riesce nemmeno più a vedere le partite della Roma perché sono una sofferenza. Colpa delle troppe cessioni, oggi ci rappresenta solo De Rossi che però ha una certa età».
È provato, e non poco, anche il cantante Marco Conidi. Amareggiato per la Caporetto giallorossa: «Ho una sensazione innegabile di sconforto, ma non vedo l’ora di tornare a tifare con una forza ancora maggiore. E se c’è qualcuno che vuole dimettersi, lo faccia pure. Di Francesco è un pericoloso equilibrio tra aziendalismo, scelte e amabilità come persona. I giocatori? In questo momento, alcuni di loro, per rendimento non sono meritevoli d’indossare la nostra maglia». È combattuto, invece, Massimo Ghini: «Guardare quella partita e finire sul letto svuotato è una sensazione assurda. Le abbiamo viste tutte: abbiamo perdonato, capito, ragionato ma questa dev’essere il break point». Il dubbio maggiore, per lui, a parte la gestione tecnica, è quello legato alla proprietà: «Certo – chiarisce l’attore – quello visto negli ultimi tempi è assurdo e impensabile, ma credo che la mancanza del presidente sia evidente. C’è bisogno che venga e non sia una figura a mezzo servizio. Stamattina (ieri, ndr) mi sarei aspettato di vedere Pallotta a Trigoria». Ghini ha perso l’ottimismo anche sul futuro: «Che cosa mi aspetto da Roma-Milan? Che finisca il prima possibile, m’immagino 90 minuti di ansia per poi andare al cinema a vedere L’agenzia dei bugiardi (la sua ultima fatica, ndr) e farsi 4 risate”»

Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Febbraio 2019, 07:30

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