Michelangelo Rampulla, 59 anni, è stato un portiere molto abile tecnicamente, non solo con le mani ma anche e soprattutto con i piedi. E pure con la testa, visto che è diventato famoso per un suo gol con la maglia della Cremonese, il primo in serie A di un numero 1 su azione, contro l'Atalanta (1991-92); ha giocato con le casacche di Varese, Cesena, Cremonese e, soprattutto, di Juve fino al 2002.
Dopo i clamorosi errori delle ultime settimane, la costruzione dal basso dei portieri italiani è sotto accusa.
«Si sta creando una situazione paradossale. Ai portieri di oggi viene chiesto di essere calciatori da azione, ma questa richiesta va a discapito della loro concentrazione tra i pali che è fondamentale».
Quindi non le piace questa scelta degli allenatori?
«Ha una sua valenza, ma bisogna organizzarsi bene. Tenere la palla troppo nella propria area piccola è sempre un grosso rischio e, infatti, spesso accadono pasticci. È una strategia che, eseguita bene, aiuta molto la squadra in fase di costruzione; ma va fatta con tanta cautela e preparazione».
Non è una coincidenza assistere a tanti errori grossolani: da Buffon a Donnarumma, a Meret a quello clamoroso di Radu mercoledì scorso. Ma perché accadono così spesso?
«Quando si chiede a un portiere di giocare la palla, è chiaro che ci si prende dei rischi. È stato sempre così, anche ai miei tempi.
La papera di Radu è stata l'ultima di una lunga serie. Come ci si sente dopo errori del genere?
«Sul momento è durissima, poi però puoi usare quell'errore per crescere. Radu troverà la forza per rialzarsi».
Chi, tra i portieri di oggi, ha i piedi buoni?
«Sepe della Salernitana. È molto abile con i piedi, mi ha impressionato molto. Seguirlo da vicino, mi ha fatto capire quante qualità ha in questo fondamentale».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Aprile 2022, 07:37
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