“Gazza” Gascoigne compie 53 anni. Dal suo talento puro alle follie fuori dal campo: l’amore dei tifosi non finisce mai

“Gazza” Gascoigne compie 53 anni. Dal suo talento puro alle follie fuori dal campo: l’amore dei tifosi non finisce mai

di Marco Lobasso
Ci si innamora del talento puro, del coraggio, dell’essere se stessi sempre, nel bene e nel male. Auguri Gazza. Auguri a Paul Gascoigne che oggi compie 53 anni. Ed è bello vedere che piovono continui attestati di affetto, di stima, di inguaribile passione per un campione maledetto a cui un tifoso vero è destinato a perdonare tutto. Perché succede così agli innamorati di calcio, inutile razionalizzare. Sarà sempre il cuore a decidere chi amare. Nel pallone, forse più che in amore…
Gazza dica 53. E se avessimo potuto, saremmo scesi negli inferi con lui, quando ha smesso di giocare, deliziare, di essere semplicemente lui. Ma nell’inferno dell’alcol è solo, purtroppo, e tocca a lui rialzarsi. Noi possiamo solo fargli sapere, in ogni momento della sua vita che, se ci riuscirà, ci renderà uomini felici. Per lui, per noi, per tutti.
E siamo qui, anno dopo anno a ricordare gli eccessi, ma anche e soprattutto le vittorie. E la smettano quelli che dicono che Gazza è più famoso per quello che ha fatto fuori dal campo che dentro. Per chi ci vuol credere alle storielle, prego, si accomodi, ma per chi conosce il calcio valgono le 60 presenze nella nazionale inglese, aver vinto tutto con i Rangers in Scozia, ma anche qualcosina con Newcastle e Tottenham in Premier. E valgono le parole di Sir Ferguson, uno dei più grandi allenatori di sempre, che l’avrebbe voluto disperatamente al Manchester United. E conta qualcosina, anche essere finito senza se e senza ma nelle Hall of fame del calcio inglese e poi di quello scozzese. E conta pur qualcosa che tutti ancora ricordiamo le sue lacrime da bambino quando perse la semifinale del Mondiale di Italia 90 ai rigori contro la Germania Ovest. Si, conta più di qualcosa. L’avrebbe dovuto vincere l’Inghilterra quel Mondiale e Gazza sarebbe diventato l’eroe, altro che Andreas Brehme contro l‘Argentina…
Certo, abbiamo riso anche noi per le sue follie, però le abbiamo sempre considerate fini a se stesse. Le interviste in mutande, le strizzatine di “attributi” agli avversari, le risse in discoteca con tanto di rotture di ginocchia che ne hanno pregiudicato la carriera. E naturalmente le donne, quante donne. Una vita che regge il confronto di quella di Geroge Best, per notorietà. E noi vogliamo che non finisca, caro Gazza, che tu riesca a risalire dal buio delle dipendenze, che non succeda più di leggere di Gazza che forza il lockdown inglese per andare ad acquistare whisky.
E poi c’è la Lazio. Mica robetta: lo volle a tutti i costi Cragnotti, tre stagioni a singhiozzo a metà anni 90, una cinquantina di partite e la disperazione mista ad ammirazione di Dino Zoff che lo ha sempre considerato un grande. Ma in fondo, quelle con Paul erano le prove generali della Grande Lazio che sarebbe arrivata di lì a poco. L’amore dei tifosi biancocelesti per Gazza è ancora incondizionato, totale. Basti ricordare le migliaia di appassionati biancocelesti a Fiumicino nel giorno del suo arrivo, i cori, le magliette e gli striscioni in suo onore. Era fine estate 1992. E ancora, l’Olimpico pieno quando giocava lui e milioni di telespettatori in Inghilterra a guardare le partite della Lazio, di Gascoigne. A tifare per loro. Auguri Gazza. Auguri Paul Gascoigne. Noi non possiamo seguirti nell’inferno della tua vita, ma sappi che non c’è giorno che passa senza aver pregato per te, perché tu resti con noi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2020, 12:33

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