Il Parma è fallito: adesso è ufficiale.
Nei conti un buco di 218 milioni

Il Parma è fallito: adesso è ufficiale. Ma domenica gioca contro il Torino

di Marco Zorzo
MILANO - La lunga agonia è finita. Il Parma è fallito. Ieri mattina una udienza flash, durata solo una decina di minuti, senza il presidente Giampietro Manenti, assente perché in carcere. Il giudice del Tribunale emiliano Pietro Rogato ha accolto la richiesta della Procura parmense, dichiarando, appunto, il fallimento del club ducale.





La sentenza stabilisce che per la società gialloblù c’è l’avvio dell’esercizio provvisorio e sono stati designati i commercialisti Alberto Guiotto e Angelo Anedda quali curatori fallimentari. I due professionisti dovranno spulciare le carte del club, facendo ordine e luce su debiti passivi (218 milioni, dei quali 74 sono sportivi, di cui 63 mancati pagamenti ai tesserati, con capitan Alessandro Lucarelli nel comitato dei creditori).



Osvaldo Riccobene, uno dei due componenti del collegio sindacale (l’altro è Enrico Siciliano) fa il punto della situazione: «La partita di domenica contro il Torino al Tardini si dovrebbe giocare: nel caso non si entrasse in campo, sarebbe un danno enorme».



Della squadra ha parlato il portiere Antonio Mirante (tra l’altro, squalificato): «Se giocheremo contro il Toro? Non abbiamo la certezza, però abbiamo finalmente un riferimento credibile».

Più possibilista, anzi, ottimista sul futuro del Parma, Carlo Tavecchio, presidente della Figc: «Si apre finalmente una nuova fase che consente il proseguimento dell’attività e getta le basi per l’auspicabile salvataggio della società». Sarà proprio così?
Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Marzo 2015, 18:08

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