Napoli-Salernitana, Bruscolotti: «Io, Diego e il primo scudetto» Intervista nello speciale di Leggo

L'ex Capitano della squadra del primo scudetto: "Vincere a Napoli non ha prezzo"

Napoli-Salernitana, Bruscolotti: «Io, Diego e il primo scudetto» Intervista nello speciale di Leggo

di Mario Fabbroni

Emozione scudetto? 
«Era ancora più forte quel 10 maggio 1987. Il Napoli non c’era mai riuscito prima. Ricordo che non si capiva niente, dentro e fuori dal campo. Una follia inebriante». 
Peppe Bruscolotti era il Capitano della squadra che si aggiudicò il primo titolo di Campione d’Italia, ben 36 anni fa. Un “pal’ e fierro” (il suo soprannome) dal cuore oramai sciolto nel tifo azzurro tinto di tricolore.
«Negli ultimi 15 giorni prima della partita-scudetto la tensione si tagliava con il coltello. Sapevamo che la città era pronta a esplodere di gioia».

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Stavolta la festa per il terzo tricolore si prepara da mesi…
«Vero, significa che il Napoli ha stracciato la concorrenza in campionato. Altrimenti il calcio italiano non dovrebbe giocarsi le proprie chances di successo nelle semifinali di tutte le coppe europee». 

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Più bello vincere staccando tutti? 
«È soprattutto bello vincere qui. Ho rifiutato club prestigiosi, sono stato premiato nella mia scelta di vita e di carriera da calciatore». 


Un messaggio per De Laurentiis e i giocatori vicini al trionfo? 
«La Società, Spalletti, il gruppo squadra possono aprire un ciclo vincente.

Fossi Osimhen o Kvarashelia non andrei via, Almeno non subito, c’è tutto il tempo per guadagnare più soldi. Napoli ti da’ un amore che dura per sempre». 


Cosa si vede negli occhi della gente? 
«Felicità e occhi pieni di commozione. Anche per il primo scudetto i tifosi piangevano di gioia».


Manca Diego, però…
«Ci penso sempre, tutti sanno il legame speciale che ci univa. Maradona manca al tripudio di Napoli».


Cosa resta impresso di quei momenti di gloria dopo la prima impresa scudettata? 
«Il gavettone fatto al compianto telecronista Rai Giampiero Galeazzi che si era appostato dentro lo spogliatoio dello stadio. E poi Maradona che lo sostituisce nel ruolo di giornalista della Domenica Sportiva, afferra il microfono e inizia a fare lui le interviste. Ad un certo punto mi chiama durante quello show improvvisato: “Peppino, Peppino: ecco il vero Capitano del Napoli”. Non lo dimenticherò, lui era Maradona...».


Anche la squadra di Spalletti sembra unita come la vostra della stagione 1986-87?
«Si, mi sembra che sia un bel gruppo. Noi vincemmo perché arrivò il più grande giocatore del mondo ma anche perché affrontavamo tutti i problemi parlandone nello spogliatoio. I giocatori passano, i rapporti umani restano».


Però chi vince i titoli finisce nella storia...
«Ecco perché non credo alla distrazione del Napoli nel finale di stagione, pure in caso di vittoria anticipata dello scudetto. Spalletti e questi ragazzi possono battere il record assoluto di punti fatti dal Napoli in Serie A. Molti sono giovani, ma sanno che stanno scrivendo una pagina indelebile». 


A chi diamo la fascia di uomo in più, di elemento determinante? 
«Kim e Kvara, ma tutti i nuovi hanno portato aria fresca».
Dove festeggia Bruscolotti il terzo scudetto azzurro? 
«A Marcianise inaugurano un Club Napoli intitolato con il mio nome. Un orgoglio». 
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Aprile 2023, 09:00

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