Juventus, Allegri punge Sarri:
«Crea soltanto confusione»

Juventus, Allegri punge Sarri: «Crea soltanto confusione»

di Pino Taormina
Due leoni dominanti si annusano e si odiano. C'è poco da fare. E prima o poi vanno allo scontro. Troppo simili, per sopportarsi, Allegri e Sarri. E non solo perché sono tutti e due toscani, anche se uno di Livorno e l'altro di Figline. Troppo rivali per non voler marcare ogni volta il territorio con la ferocia delle parole. «Una volta è il campo, una volta è la Champions, un'altra la settimana di riposo in meno: io non riesco a seguirlo a Maurizio. Secondo me la sua è una strategia per crearmi confusione...dico solo che allenarsi una volta alla settimana fa bene, ma è bello giocare ogni tre giorni». Massimiliano Allegri non allena solo la squadra più vincente degli ultimi anni in Italia. Ha bisogno qualche volta di travalicare e di entrare nel territorio dell'altro. D'altronde se c'è uno che può rompere il dominio di Max questo è proprio Maurizio. E allora la parte del nemico giurato calza a pennello. Con tanto di paroline cattive sussurrate all'orecchio.

«In questo momento il Napoli è davanti a noi, loro sono i favoriti per lo scudetto e noi dobbiamo essere bravi a inseguire e a stare lì, arrivare a marzo nelle migliori condizioni per giocarsi il rush finale. E stasera è un passaggio importante ma non definitivo». Eccolo Max Allegri presentare alla sua maniera l'epica sfida tra Napoli e Juventus, prima contro terza, capolista contro inseguitrice.
 

Non sono amici, Sarri e Allegri. E nessuno fa finta di esserlo. Anche perché nel mondo del calcio l'amicizia serve assai poco e quasi mai risulta indispensabile. Il primo ha collezionato ogni premio individuale possibile in Italia (dalla Panchina d'oro al premio Bearzot all'ultimo riconoscimento come miglior allenatore della serie A da parte dell'associazione Calciatori), il secondo ha vinto scudetti e sfiorato una Champions. Il cultore delle bellezza contro colui che insegue il pragmatismo dell'1-0 «perché tanto nel calcio conta solo la vittoria».
 
L'amicizia fra due coach importanti è rara. Vent'anni fa, proprio in questi stessi giorni, Massimiliano Allegri si liberava del Padova per tentare di dare una mano al suo maestro, Giovanni Galeone: dovevano salvare il Napoli che andava a picco. La sua avventura in azzurro durò solo sette partite e fu un disastro. Come tutta quella stagione, a dirla tutta. Massimiliano e Maurizio, l'uomo in camicia bianca impeccabile e l'uomo in tuta. «Filosofie opposte? Lui ha giocatori con caratteristiche diverse da noi, lui è bravo a sfruttare i giocatori che ha a disposizione». Alza a suo modo le barricate dinnanzi alla notizia della maxi-lite nello spogliatoio. «Non è vero nulla e, ve lo dirò, è quasi un peccato: ogni tanto ci vuole un po' di movimento per accendere gli animi...». Con la testa, Allegri è anche alla partita di Champions. «Gli ottavi sono la nostra priorità...», dice provando a spostare l'asticella più avanti nel tempo. Magari anche per allentare le pressioni di una partita che può essere decisiva per la Juve in caso di ko: scivolare indietro a -7 avrebbe il senso di una resa anticipata.

Nel 2003 il loro primo incrocio: Sangiovannese-Aglianese in serie C2. Finì 0-0. E fun uno spettacolo osceno. «Non firmerei per il pari -dice Allegri- ma pensiamo alla prestazione: deve essere bella dal punto di vista tecnico, tattico e soprattutto fisico». Allegri chiede fisicità alla Juventus. «Tutti parlano dell'attacco del Napoli, ma difendono bene. Davanti hanno grande tecnica, sono piccolini, veloci, caratteristiche diverse dalle nostre: Mertens è più piccolo di Mandzukic ad esempio, stessa differenza che c'è tra Khedira e Jorginho, Insigne e Higuain. Sarri è bravo, come deve essere, a sfruttare le qualità dei suoi giocatori». Un occhio di riguardo dovrà prestarlo alla catena di sinistra: «Ha trovato questo giochino sulla sinistra e sono bravetti, Insigne è cresciuto molto, ha qualità tecniche, a sinistra lui, Hamsik, gli inserimenti di Mertens, Mario Rui». Allegri conclude: «La Juventus, al momento, ha fatto il cammino che doveva fare. È il Napoli che sta facendo delle cose straordinarie. Noi abbiamo lasciato per strada qualche punto, poi il calcio è legato anche a degli episodi. Sarà una partita di grande fascino perché giochiamo a Napoli, con uno stadio pieno, e dovrà essere una bella serata di sport e di calcio. Verrà fuori una partita di spettacolo, è una gara importante e dobbiamo affrontarla da grande squadra come è la Juventus, avendo grande rispetto del Napoli». Infine sulla formazione: «Non so se giocheremo a tre o quattro, dipende da chi gioca davanti. Higuain pare che gli abbiano amputato una mano. Gli unici sani sono Mandzukic, Dybala e Douglas Costa. Se davanti ne avrò qualcuno di più bene, altrimenti giocherò qualcuno più dietro ma l'atteggiamento non cambia». In realtà, dopo poco si ferma pure Mandzukic in allenamento. E il croato non parte neppure per Napoli.
 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Dicembre 2017, 13:35

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