Milan, ora Cerci è un problema: Inzaghi
non lo vede, il modulo lo penalizza
di Luca Uccello
Messaggi che Casa Milan non apprezza per niente. Lady Cerci si lasciò andare qualche giorno prima della firma con l'Atletico: «In Italia si va avanti solo con prestiti, vecchie glorie riciclate, stranieri, giocatori che costano zero. I calciatori più forti se vogliono fare qualcosa di importante devono scappare via. Saluti Serie A noi ce ne andiamo nel calcio che conta...». Poi l'ultimo, domenica scorsa, ospite a Quelli che il calcio: «Non ha senso che Inzaghi lo metta alla fine». E ancora: «Alessio sta bene, quindi...». Quindi deve giocare.
Le panchine gli pesano, lo ha detto chiaramente anche a Pippo, all'allenatore che lo ha voluto fortemente ma che ora lo tiene lontano dal campo. Un faccia a faccia ci sarebbe stato anche dopo il match contro il Cesena che l'ex torinista ha visto inizialmente dalla panchina: non il primo, con parole chiare, forti per capire quale potrà essere il suo futuro in questo Milan in cerca ancora di un'identità. Certo ora il cambio di modulo e il passaggio al 4-3-1-2 potrebbe condizionarlo ancora di più. Soprattutto perché Inzaghi vorrebbe affidarsi a Destro, Menez e Bonaventura rinunciando oltre all'ex Toro anche a Honda.
In difesa di Pippo ci sono i numeri, le prestazioni di Alessio non certo decisive, tanto da non essere un rimpianto se fin qui si è visto poco o niente.
Colpa la condizione atletica, un po' il modulo, e poi un Milan che fatica a giocare da squadra la vita da rossonero di Cerci è ancora tutta da scrivere, possibilimente prima della fine del campionato...
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Febbraio 2015, 20:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA