Massimo Ghini: «Roma, contro il Feyenoord una partita all'attacco». Intervista nello speciale di Leggo

L'attore giovedì sera sarà in tribuna all'attacco: "Con gli amici vivo le partite come fossero un rito pagano"

Massimo Ghini: «Roma, contro il Feyenoord una partita all'attacco». Intervista nello speciale di Leggo

di Piergiorgio Bruni

La sua ultima fatica a teatro, “Quasi amici”, dopo circa 3 mesi in giro per l’Italia, si è conclusa ieri. Come un segno del destino: incredibilmente in tempo per ritrovare la sua Roma in coppa. Massimo Ghini è come un leone in gabbia. In attesa della sfida di stasera, ci racconta la sua romanità a tinte giallorosse. Una passione fatta di ricordi, aneddoti, gioie e amarezze. Come la storia vissuta da ogni tifoso romanista, in bilico perenne tra la razionalità del quotidiano e la bellezza, straordinariamente impulsiva, del sentimento. 

Questo articolo fa parte dell'inserto di Leggo su Roma-Feyenoord che verrà distribuito giovedì 20 aprile allo stadio Olimpico prima della partita di Europa League delle 21


Vittoria con l’Udinese e terzo posto in classifica. La Roma si è definitivamente ritrovata? 
«Mi ha convinto molto il centrocampo. Domenica ho visto una mediana che ci potrà far vedere cose bellissime: le partite si vincono lì». 


Quanto le è piaciuta la prestazione di Pellegrini? 
«Il giocatore di quest’anno non è quello di quello scorso, e ci sono pure fattori che giustificano questo rendimento. Tuttavia, non dobbiamo dimenticarci che è un calciatore di grandissimo talento: il gol contro i friulani, infatti, è frutto di un’azione straordinaria».


Se lo dovesse trasporre su un set cinematografico? 
«Sarebbe un perfetto antagonista, perché non è propenso all’empatia immediata. Ha un modo di fare quasi burbero, non ti dà mai la vera soddisfazione (ride, ndr)». 


Parliamo di Abraham. È arrivato il suo momento? 
«Dopo il gol di domenica scorsa, spero possa sbloccarsi definitivamente. È il più romano degli inglesi: sembra quasi di Testaccio e per questo mi sta molto simpatico». 


Che cosa la convince maggiormente di Mourinho? 
«È estremamente esigente e scrupoloso, un maestro del calcio e di vita.

Gestisce squadra e comunicazione in maniera intelligente e furba, ma anche sensibile e profonda». 


Ghini, che partita si aspetta stasera? 
«Dobbiamo uscire con un risultato simile a quello contro l’Udinese: ce lo meritiamo. Mi aspetto una partita d’attacco, dovremo chiuderli nella loro area». 


Che cosa potrà fare la differenza? 
«L’atmosfera dell’Olimpico. Questa squadra sta attraversando un periodo di formazione, ora deve essere determinata». 


Sarà allo stadio? 
«Sì, andrò con il mio gruppo di amici e la vivremo come sempre: come una cerimonia pagana». 


Ha particolari scaramanzie? 
«Non ho particolari riti, tuttavia se anche li avessi non potrei dirli (ride, ndr)».


Qual è il ricordo europeo a cui è maggiormente legato? 
«Eravamo a Sofia per girare una delle grandi fiction del passato. Non ricordo quale partita fosse, ma organizzai una cena con la parte romanista della troupe per vedere la gara. Dalla televisione, però, non si vedeva nulla perché era tutto sfocato: percepivamo soltanto delle ombre, pur sentendo l’audio. Siamo rimasti seduti per 90 minuti, a dimostrazione dell’attaccamento e dell’amore per la Roma. E, alla fine, come se ci avesse voluto premiare per così tanta paziente abnegazione, vincemmo il match».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Aprile 2023, 17:38

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