Marcio Amoroso: «Scudetto? Testa a testa Juve-Lazio»

Marcio Amoroso: «Scudetto? Testa a testa Juve-Lazio»

di Fabrizio Ponciroli
Marcio Amoroso ha lasciato un’impronta tangibile sul calcio italiano. L’attaccante brasiliano, classe 1974, è stato grande protagonista con le casacche di Udinese (1996-99, 38 gol in 86 presenze) e Parma (99-01, vincitore Supercoppa Italiana 1999). Meno fortunata l’esperienza al Milan, durata solo sei mesi (dal gennaio al giugno del 2006). Oggi pensa alla famiglia ma non ha dimenticato l’Italia e la serie A.
Segue ancora il calcio italiano dove è stato grande protagonista?
«Certo che sì. Vado anche spesso allo stadio per restare sempre aggiornato. Mi confronto spesso con il Barone (Causio, ndr), con Calori e con Bertotto, miei compagni ad Udine nei tempi d’oro».
Parliamo della sua esperienza a Udine. Come ci è arrivato?
«È stato Gino Pozzo a scoprirmi. Giocavo nel Guarani, in Brasile. Era il 1995. Poi un grave infortunio mi ha fatto rimaner fermo per otto mesi. Finalmente, nel 1996, sono arrivato a Udine. Mi ricordo ancora la presentazione in Piazza San Giacomo. Bellissima e indimenticabile. Tanti i ricordi che porto nel cuore».
Non è andata, invece, benissimo al Milan. Solo sei mesi e poca fortuna…
«Sono arrivato al Milan nel momento sbagliato. Sono diventato rossonero nel gennaio del 2006. I tre attaccanti in rosa (Shevchenko, Gilardino e Filippo Inzaghi, ndr) dovevano giocare perché a giugno c’erano i Mondiali in Germania. Fossi arrivato a luglio, forse avrei potuto dare il mio contributo alla gloriosa storia del Milan».
Anche ai suoi tempi la Juventus era una signora squadra. Ora vince da anni… Come mai?
«Hanno una mentalità vincente, una grande tradizione dalla loro parte e una disponibilità finanziaria importante. Questi fattori fanno la differenza tra la Juve e tutte le altre squadre in Italia. Però credo che questa volta sarà una bellissima corsa scudetto tra i bianconeri e la Lazio, che ha fatto vedere belle cose. L’Inter, credo, sia troppo staccata rispetto alle prime due». 
Ai tempi in cui giocava, chi era il difensore più difficile da affrontare?
«Non ne posso scegliere uno soltanto. Faccio due nomi su tutti. Direi assolutamente Paolo Maldini e Fabio Cannavaro, che poi, fortuna ha voluto, diventassero miei compagni di squadra rispettivamente al Parma e al Milan. Davvero fortissimi». 
Che cosa fa oggi Marcio Amoroso?
«Faccio il papà a tempo pieno. Quando giocavo non sono riuscito a godermi i miei figli Giovanni e Matteo. Ora però mi sto prendendo tutto quello che ho perso con la terzogenita Isabela».
Chiudiamo con una domanda di mercato. Crede che vedremo mai Messi in Italia, magari all’Inter?
«Sono sincero. Non credo che Messi si muoverà mai da Barcellona. È troppo legato ai blaugrana. Ci gioca da quando era un ragazzino. Inoltre, è un bravo ragazzo e quindi non penso proprio che tradirà mai il Barça». 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2020, 08:29

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