Trent'anni fa, la semifinale maledetta in cui Maradona e l'Argentina spensero per sempre le Notti Magiche degli azzurri a Italia 90

Trent'anni fa, la semifinale maledetta in cui Maradona e l'Argentina spensero per sempre le Notti Magiche degli azzurri a Italia 90

di Massimo Sarti
Fine delle notti magiche! Fine del sogno! Fine della speranza di vincere il Mondiale di casa con la squadra più forte. Italia '90 terminò esattamente 30 anni fa. Non tanto per gli azzurri di Azeglio Vicini, che a Bari quattro giorni dopo avrebbero conquistato il terzo posto a spese dell'Inghilterra e, con Totò Schillaci, il titolo di capocannoniere con 6 centri. Quanto per l'anima pulsante di un intero Paese. Il 3 luglio perdemmo in casa la semifinale al San Paolo contro l'Argentina, vinta a sua volta in casa da Diego Armando Maradona, fresco del suo secondo scudetto con il Napoli e a Napoli. «Io non voglio il tifo dei napoletani, voglio il rispetto. Gli italiani devono capire che il napoletano è anche italiano» così il “Pibe de Oro” preparò mediaticamente il terreno. L'inno argentino era sin lì stato fischiato ovunque negli stadi tricolori. Maradona invocò il rispetto per la sua Nazionale, ma anche per i napoletani, cui tutto lo Stivale chiedeva di non spingere il proprio re. «Non dovevamo giocare a Napoli, ma non è vero che l'Italia ebbe tifo contro», ha appena dichiarato Andrea Carnevale, proprio a “Leggo”.

Così come capitan Beppe Bergomi, che ha più volte ribadito: «A Roma, dove c'era un'atmosfera speciale, avremmo vinto». Mai avremo la controprva. Olimpico o San Paolo, nessuna differenza per Schillaci, per la quinta volta in quel Mondiale al posto giusto al momento giusto: 1-0. Al posto sbagliato nel momento sbagliato fu invece Walter Zenga, anticipato in uscita dalla chioma fluente di Claudio Caniggia: 1-1. Ai rigori l'eroe fu il collega albiceleste Sergio Goycoechea, divenuto titolare dopo l'infortunio occorso nel girone eliminatorio a Pumpido. Bello, tenebroso e incubo per Roberto Donadoni e Aldo Serena. Fine delle notti magiche! E Maradona? La sua gioia si sarebbe di nuovo trasformata in lacrime nella finalissima dell'Olimpico contro la Germania, ancora solo dell'Ovest. Di nuovo fischi all'inno, con il celebre labiale “Hijos de puta” rubato dalle telecamere al capitano argentino. Lacrime per la sconfitta, dopo un rigore, tutt'altro che solare, trasformato da Andy Brehme.

Ma torniamo a noi. La data del 3 luglio dovrebbe essere eliminata dal calendario azzurro. Il 3 luglio 1998 l'Italia infatti perse nei quarti a Saint-Denis contro i padroni di casa e futuri campioni del Mondo della Francia. Ancora una volta ai rigori. Lo 0-0 avrebbe potuto trasformarsi in trionfo per la truppa di Cesarone Maldini grazie ad un'occasione fallita per un soffio ai supplementari da Roberto Baggio. Poi la lotteria dal dischetto, l'errore di Demetrio Albertini e la traversa maledetta di Gigi Di Biagio, che ha rimbombato nella testa dell'attuale allenatore della Spal. Almeno sino al rigore della liberazione, segnato due anni dopo nella semifinale di Euro2000 contro l'Olanda, nella serata di Amsterdam universalmente ricordata per le prodezze di Francesco Toldo.

A proposito. Il 3 luglio 2000 fu un altro giorno caotico (a dir poco) per il calcio italiano, che solo poche ore prima aveva gettato alle ortiche la più incredibile delle finali continentali, sempre contro la Francia, a Rotterdam. Il vantaggio di Delvecchio, il raddoppio della sicurezza mancato da Del Piero, il pari in extremis di Wiltord, lo strappacoronarie golden-gol di Trezeguet. Cosa avrebbe potuto caricare ancor di più l'ambiente? Ma l'attacco al ct Dino Zoff da parte di Silvio Berlusconi, direttamente dal raduno del Milan a Milanello. «Non si può lasciare Zidane libero di essere l'iniziatore di tutte le azioni avversarie senza mettergli, negli ultimi minuti almeno, uno che lo anticipasse. Era una cosa che guardando la partita non si poteva non vedere. Un dilettante l'avrebbe visto e avrebbe vinto». Apriti cielo! Al di là del caso politico scatenato da queste parole dell'allora leader dell'opposizione, non si fecero attendere le dimissioni di Zoff. Un autentico sconquasso.

Avvertiamo subito. Da calendario il 3 luglio 2021 sono al momento in programma due quarti di Euro2020, spostati di un anno per la pandemia. Uno a Baku e uno proprio all'Olimpico di Roma. Speriamo bene...
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Luglio 2020, 07:00

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