Italia, Criscito: «Il caso scommesse è una ferita ancora aperta»

Italia, Criscito: «Il caso scommesse è una ferita ancora aperta»

di Ugo Trani
Dal nostro inviato

«Ogni volta che entro qui, penso a quanto accadde quella mattina. Un brutto ricordo». Mimmo Criscito, capitano dello Zenit di Mancini e oggi fluidificante cante sinistro della Nazionale, non dimentica quel 28 maggio del 2012, alla vigilia di Euro 2012. A Coverciano lo svegliarono, all'alba (alle 6), gli agenti della squadra mobile: perquisizione della stanza e sequestro del computer. Il difensore ricevette l'avviso di garanzia dalla Procura di Cremona per il calcioscommesse. «Una ferita dolorosa» racconta, anche se poi fu prosciolto da ogni accusa. Si ritrovò coinvolto per colpa di una foto in cui però stava discutendo con alcuni ultrà prima del derby di Genova. «Ora sono felice, ma la cicatrice resta». Anche perché quell'indagine gli costò la convocazione all'Europeo di 6 anni fa in Polonia e Ucraina. «Nessuna rivincita. Sono solo orgoglioso di vestire ancora questa maglia».

NUOVA CHANCE
«Ringrazio Mancini: se sono qui lo devo a lui. Ora devo ripagare la sua fiducia. Mi ha dato la fascia con lo Zenit e mi ha chiamato in azzurro». Spiega Criscito che, dopo l'esclusione del 2012, aveva ritrovato la Nazionale già con Prandelli (solo 2 partite) e anche con Conte e Ventura (con gli ultimi 2 ct, però, senza mai giocare). Ora, a 31 anni, la promozione del nuovo ct: sarà subito titolare.  «Spesso mi sono chiesto come mai non venivo preso in considerazione, forse perché ero all'estero. Qui, comunque, sono sempre venuti giocatori bravi nel mio ruolo, come Darmian, De Sciglio e Zappacosta. Adesso voglio essere protagonista di questa nuova gestione. Ho più esperienza, avendo giocato diverse partite nelle coppe, sia in Europa League che in Champions». Ha lasciato la Russia per tornare al Genoa: «Una scelta di cuore, sono tifoso rossoblù». L'Inter gli ha offerto il doppio, ma Preziosi gli ha garantito 5 anni e la carriera da dirigente.  

PROFILO IDEALE
Criscito approva la scelta della Federcalcio. «Mancini è l'uomo giusto per ripartire dopo l'esclusione del mondiale..
Ha entsusiasmo, personalità e curriculum. Mi sono trovato benissimo con lui a San Pietroburgo. Sono sicuro che rilancerà la Nazionale». Il gruppo lo convince. «E' giovane, con diversi emergenti». In più c'è Balotelli. «Lo conosco da tempo. Mario è un buono, non è capace di far male. E come giocatore è tra i più forti attaccanti al mondo. Ci darà una grande mano».  

Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Maggio 2018, 15:27

© RIPRODUZIONE RISERVATA