Quando Luis Sepulveda tifava per la Roma. E per Luis Enrique

Quando Luis Sepulveda tifava per la Roma. E per Luis Enrique

di Marco Lobasso
La morte di Luis Sepùvelda ci offre un altro motivo valido, tra i tanti, per odiare il coronavirus. Ma andiamo oltre, oltre il dolore per la scomparsa di un grande scrittore, di un fuoriclasse figlio del mondo, come lo è stato il genio attivista cileno, che poi ha vissuto in Europa, tra Francia e Germania, finendo i suoi giorni nelle Asturie.

E nemmeno ci sfiora il pensiero che lui, nemico senza tregua di Pinochet e del suo regime negli anni 70 ad appena 25 anni, non abbia mai approvato che si giocasse quel famoso match Cile-Italia, finale di coppa Davis del dicembre 76 disputato a Santiago. E per tutta la vita ci chiederemo cosa avrà pensato lui, Sepùlveda, nel veder vincere l’Italia del tennis, con quelle magliette rosse di Adriano Panatta e di Paolo Bertolucci, piccolo grande segno di protesta, passate alla storia.


Andare oltre, significa pensare a cose belle. Una di queste era il suo amore per il calcio, infinito, particolare, dolcissimo. L’amore verso quelle squadre che però non vincono mai, l’amore verso i perdenti, nemmeno magnifici, ma solo coerenti con la propria fede e le proprie passioni. E cosa c’è di più bello nella vita…
Luis Sepùlveda era tifoso della Roma. Simpatizzante, dai, visto che i suoi amori pallonari più accesi erano altrove: lo Sporting Gijon in Spagna; il Magallanes nel suo Cile, il Saint Pauli in Germania. E in Italia? “In Italia mi piace la Roma di Luis Enrique”, avevo detto lo scrittore in un’intervista del 2012 di Conticello sulla Gazzetta dello Sport e riscoperta poi da Lo Slalom. E chi se la dimentica…

La Roma gli piaceva tanto perché giocava come voleva Luis Enrique (anche se i risultati dissero che poi, tanto bella non fu quella squadra), quel tecnico che adorava, perché asturiano doc e originario di Gijon, la città della sua squadra del cuore in terra spagnola. E magari un giorno salterà fuori una foto di Luis Sepùlveda con la sciarpa giallorossa, proprio come è successo per un suo compleanno a Genova, con una bella sciarpa rossoblù. Sepùlveda amava il calcio e questo lo ha reso speciale agli occhi nostri di appassionati, bel oltre il successo dei suoi romanzi, della sua lucida scrittura, anche se in fondo tutti noi diventeremo vecchi (se non lo siamo già) e leggeremo “romanzi d’amore”. 

E poi, vuoi non commuoverti davvero nel ricordare uno scrittore sudamericano che non hai mai perso la speranza di vincere e che amava Maradona? Di D10S ha sempre detto che è un genio e che era orgoglioso di essergli diventato amico grazie a Gianni Minà. I fuoriclasse tra loro si riconoscono sempre…
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 15:19

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