Lazio, Luis Alberto: un Mago a casa del Mito

Lazio, Luis Alberto: un Mago a casa del Mito

di Alberto Abbate

C’è sempre una prima volta. Nessun numero 10 ha segnato ancora a Napoli da quando lo stadio San Paolo è stato intitolato a Maradona. Luis Alberto sogna di riuscirci a un anno dalla sua scomparsa. Solo lo spagnolo oggi indosserà quella maglia, ritirata in onore di Diego dalla società partenopea. Nessun Diez ha trovato il gol nemmeno in una competizione europea. In Serie A hanno giocato contro gli azzurri i vari Lautaro, De Paul, Dybala. Nulla. Maradona protegge dall’alto il suo mito indiscusso nell’impianto di Fuorigrotta. Felipe Anderson si è tolto quest’estate quel numero dalle spalle perché pesava, è stanco e ora Zaccagni lo insidia.

Toccherà dunque a Luis Alberto provare a sciogliere l’incantesimo con una sua magia. Non è riuscito a incidere in un tempo con la Lokomotiv Mosca, poi Sarri lo ha preservato proprio per il big match di stasera. Il tecnico ora considera anche Basic una valida alternativa più fisica, ma vuole giocarsela faccia a faccia col suo passato con la massima qualità. Anche per questo rientra l’equilibratore Cataldi in regia: «Ora finalmente sento la fiducia e voglio diventare un’icona». Grazie a Danilo al posto di Leiva, Luis Alberto è tornato a convivere con Milinkovic in mediana. Quest’anno il Mago non ha ancora mai segnato in trasferta. Era entrato nel tabellino con tre assist e una rete alla seconda giornata contro lo Spezia. Si è risbloccato dopo tre mesi all’Olimpico con la Salernitana. Sarri però si aspetta molto più di due gol da uno col suo piede e la sua fantasia, nonostante si stia sacrificando parecchio anche in copertura. L’anno scorso segnò al Napoli a dicembre e la Lazio centrò la vittoria in casa. Due a zero propiziato dal primo centro di Immobile, tornato giovedì dopo lo stiramento al polpaccio: due rigori centrati in Russia. Diego non c’è più. E allora, Ciro, pensaci tu. Ironia del destino, quello partenopeo veste la maglia della Lazio.

Immobile rivede Napoli, la sua città natale, dove De Laurentiis ne bloccò il ritorno. Eppure a Roma è diventato lui il mito: in sei anni ha superato la leggenda Piola con 163 gol. Il bomber di Torre Annunziata, assente con la Juve, oggi vuole riprendersi anche la vetta della classifica cannonieri (ieri sera Vlahovic lo ha superato) di questo campionato. E il Napoli è un bersaglio perfetto: 7 centri nel curriculum, tre al San Paolo. Dove Spalletti oppone, al posto dell’infortunato Osimhen, uno scugnizzo belga ribattezzato proprio Ciro: il 34enne Mertens, recordman con 137 reti in nove stagioni in azzurro. E oltretutto incubo della Lazio: 4 timbri, uno spettacolare nell’1-4 in pallonetto all’Olimpico nell’annata 2017/18, in cui andò a segno anche al ritorno. 


GLI EX E LA PORTA
Allora c’era Strakosha titolare in porta, stasera invece Mertens si ritroverà contro l’amico Reina. In campionato la gerarchia fra i pali non cambia. Almeno sino a giugno, quando si cercherà di portare a tutti i costi dal Chelsea Kepa. Tocca dunque sempre al 39enne Pepe, uno degli ex di questa gara. Per molti azzurri sarà strano rivedere Hysaj sulla fascia sinistra opposta. Non c’è alternativa biancoceleste, perché Marusic è tornato dalla Serbia col tampone negativo al Covid, ma per rivedere il campo (con l’Udinese) deve rifare le visite di idoneità. Ieri sera infatti il montenegrino non è partito con la truppa di Sarri. Anche il mister tornerà al San Paolo per la prima volta da quando si chiama Maradona. Dopo una storia intensa di tre anni, i napoletani avevano ripudiato il Comandante più amato per il “tradimento” sulla panchina bianconera. Chissà se, dopo l’addio alla Juve, i suoi ex tifosi stavolta non possano riservargli un’accoglienza calorosa. Saranno 37mila stasera, dentro i 700 i laziali in trasferta.


Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Novembre 2021, 01:23

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