Lazio, domenica col Torino la grande
occasione di Felipe Anderson

Lazio, domenica col Torino la grande ​occasione di Felipe Anderson

di Enrico Sarzanini
ROMA - «E' arrivato il momento di dimostrare tutto il mio valore». Promessa firmata da Felipe Anderson il 4 settembre scorso. Il campionato è appena iniziato. Su di lui ci sono grandi aspettative che non vuole deludere. Sarà per tutti gli sforzi profusi dalla società alla prima stagione ha steccato, fatto sta che il brasiliano ha una voglia matta di riscattarsi. In allenamento Felipe è una furia. Chi lo vede tutti i giorni giura che «uno che fa quelle cose in allenamento, la domenica può essere solo titolare».





Eppure quando si fa sul serio in campo si vede tutto un altro giocatore. Talentuoso si, ma al quale sembra sempre mancare sempre il guizzo finale, quello del campione.



Appena 218' i minuti giocati in questo primo scorcio di campionato, i numeri non sono a suo favore: due le gare in cui è stato impiegato da titolare (a Marassi contro il Genoa e in casa contro l'Udinese) in entrambe le occasioni la Lazio ha perso. In netta ripresa nella sfida contro il Palermo, vinta dai biancocelesti 4-0, nella quale ha giocato la mezz'ora finale, Pioli lo ha utilizzato appena 13' con il Sassuolo (3-2 per la Lazio), lasciandolo in panchina nella vittoriosa trasferta di Firenze.



Domenica pomeriggio all'Olimpico il brasiliano potrebbe avere l'occasione che aspettava da tempo: fuori Keita, che ne avrà per almeno tre settimane a causa del problema muscolare al polpaccio, e con Mauri alle prese con una forte tonsillite che lo escludono dalla gara, Pioli potrebbe rilanciarlo. Le alternative in realtà non mancano. Domenica al Franchi quando il tecnico è stato costretto a sostituire Mauri, ha preferito Onazi ad Anderson.



Allo stesso modo questo sarebbe il momento migliore per rilanciare il giocatore: la squadra viene da tre vittorie consecutive e il pubblico è pronto a sostenere i giocatori, condizione ideale per Anderson per ritrovarsi. Adesso la palla passa proprio al fantasista: ha cinque giorni per convincere Pioli, orientato a preferirgli Onazi, a farlo scendere in campo dal primo minuto, a credere in lui. L'occasione è ghiotta è di quelle da non lasciarsi sfuggire, un treno che passa una volta sola.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Ottobre 2014, 11:48

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