Lazio, Milinkovic nel mirino di Sarri e Lotito

Lazio, Milinkovic nel mirino di Sarri e Lotito

di Alberto Abbate

La strigliata di Lotito ha rotto il vaso del nervosismo. Da inizio stagione i cocci già si reggevano su un equilibrio precario, adesso si raccolgono nello spogliatoio. Acerbi ha spiegato che «per fortuna la gente non sa cosa succede lì dentro». Ma fra le crepe, ad uno ad uno, tutti gli spifferi stanno fuoriuscendo. Stanno riemergendo antichi attriti, le divisioni in gruppetti e atteggiamenti fuori luogo. Per questo il presidente e Sarri, alla cena di Natale, avevano richiamato tutti ad uno spirito “collettivo”, abbandonando una volta per tutte l’”io”. L’effetto non è stato quello desiderato e, col Genoa, in parte si è visto in campo. La Lazio ha vinto, ma si trascina dietro battibecchi e scorie, che non devono riemergere a Venezia nell’ultimo incontro dell’anno. Anche se nella prossima formazione si potrebbero rilevare ancora tracce di ciò che, dietro le quinte, sta accadendo. Sarri è arrabbiato con Milinkovic e il serbo potrebbe essere escluso. Già, perché Sergej martedì scorso aveva giurato di «volergli bene e di seguirlo» dal palco, poco prima di alzare i tacchi dalla cena, trascinandosi dietro tutto il suo team balcanico. Non è bastata la ramanzina di Tare e una multa salata da 50mila euro. 
 

CICLO FINITO
Secondo il mister, Milinkovic continua a comportarsi in modo arrogante e presuntuoso. Non è un esempio da vice-capitano. Già Sarri aveva pensato di punire Milinkovic col Genoa, adesso ci ripensa per dopodomani pomeriggio. Con Basic potrebbe tornare Luis Alberto che, dopo i due assist-gol, si è infastidito con Leiva e proprio con Sergej per qualche “battuta” di troppo. Lotito sostiene che alcuni big si sentano «arrivati» e si è convinto che sia giunto il momento di aprire un nuovo ciclo. Una semi-rivoluzione sarebbe già dovuta avvenire in estate insieme al nuovo tecnico. D’altronde, Inzaghi era andato via anche perché non riusciva a dare più ulteriori motivazioni a questo gruppo, che però era riuscito a tenere unito e compatto, nonostante le fazioni già esistessero. Con Sarri, uno con un carattere più spigoloso e distaccato, è tornato al pettine ogni nodo. I mugugni dei senatori per la formazione non annunciata come ai vecchi tempi, in anticipo, dicono tanto. 
 

FIRMA E RIVOLUZIONE
Poco importa che i risultati non stiano dando ragione a nessuno, lo schieramento societario ormai è pubblico. Ha scelto Sarri, Lotito. E chi non sposa Maurizio, può andar via o essere messo all’angolo. A luglio la crisi economica post-covid lo aveva frenato, lo stesso rischia di ripetersi a gennaio, a meno che non si decida di svendere qualche gioiello. La Lazio ha un accordo con l’agente Kezman Milinkovic per giugno, con Juve, Real e Manchester United in agguato. Questo non significa però che Sergej possa fare il bello e cattivo tempo sino a quel giorno: «Non l’ho venduto per 140 milioni perché avevo dato la parola a Inzaghi. A me non frega nulla dei soldi, voglio rispetto e il massimo impegno», assicura Lotito. Adesso è impossibile cederlo anche a 80, soldi che sbloccherebbero l’indice di liquidità e farebbero partire in anticipo il nuovo progetto: «Il rinnovo di Sarri sino al 2025 è fatto in ogni dettaglio, anche economico», chiosa il patron. Confermata, subito dopo la trasferta in Laguna, la firma del tecnico e un vertice strategico sotto l’albero. Si lavora alle uscite di Muriqi e Vavro in prestito, ma serve almeno l’addio di un pezzo pregiato per far entrare qualcosa di più serio. Non solo Botheim in attacco, Emerson Palmieri è il sogno come terzino sinistro, ma va ceduto Lazzari su cui ci sono Tottenham e Torino. Anche qualcun altro che ha abbandonato senza permesso la cena di Natale rischia di finire sul mercato. 
 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Dicembre 2021, 00:56

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